Esattamente 25 anni fa, Giovanni Galluccio, allora 40enne, fu ucciso a Tufino in un tragico episodio di camorra. L’omicidio, causato da un errore di persona, era destinato a un altro bersaglio, ma le conseguenze ricaddero su Galluccio. Oggi il tribunale ha emesso la condanna definitiva per mandante ed esecutore, riconoscendo l’aggravante della premeditazione e l’intento di agevolare il clan coinvolto.
Condanna definitiva per mandante ed esecutore
Il processo ha confermato la responsabilità di chi pianificò e eseguì l’omicidio, riconoscendo come aggravante la premeditazione e il fine di rafforzare il clan operante nell’area nolana. Il verdetto rappresenta un passo importante per la giustizia, chiudendo un capitolo doloroso per la famiglia Galluccio.
Solidarietà alla famiglia
Il Comitato di solidarietà per le vittime di tipo mafioso ha riconosciuto formalmente solidarietà alla moglie di Giovanni, Eleonora Mensorio, e alle figlie Antonella e Maria, costituite parte civile nel processo. All’epoca dei fatti, le bambine avevano solo 6 e 3 anni. Grazie all’avvocato Berenice Candela, la famiglia oggi vede finalmente riconosciuta l’integrità morale del proprio caro.
A 25 anni dall’omicidio, la sentenza rappresenta non solo giustizia per Giovanni Galluccio, ma anche un riconoscimento per la sua famiglia, segnando la fine di un lungo percorso di dolore e di lotta per la verità.
