Il nuovo Consiglio Regionale tra figli e fratelli d’arte

In Campania per raccogliere le preferenze conta più il cognome che il curriculum

il nuovo consiglio regionale tra figli e fratelli d arte
Napoli.  

La Campania aveva già sdoganato il familismo al potere, si pensi che contemporaneamente qui mentre il padre fa il Presidente della Regione il figlio fa il deputato della Repubblica e si occupa di sud. 

Con queste elezioni regionale si palesa con maggior forza l’idea che le preferenze sono sempre più frutto di un potere personale che del giudizio sulle idee e sui risultati di ogni singolo politico. 

Nel nuovo Consiglio Regionale siederanno una quantità molto larga di “figli e fratelli d’arte”.

C’è Giuseppe Sommesse, figlio dell’uscente consigliere Pasquale che sedeva nelle file dell’opposizione con Caldoro, che con 5554 viene eletto con De Luca e ora riporta il suo cognome al Centro Direzionale di Napoli.

Eletta a sorpresa e bruciando grandi portatori di voti come Paola Raia, Carmine Mocerino e Lucia Fortini, con la lista “De Luca Presidente” la giovanissima, solo 21 anni, Vittoria Lettieri, figlia del sindaco di Acerra che ha schierato l’intera maggioranza accerrana riuscendo a raccogliere più di 7mila voti nel suo comune. 

Poi c’è la nuova generazione democristiana che rappresenta una vera e propria dinastia riportando nelle liste simboli diversi ma gli stessi cognomi di un tempo. 

Giovanni Mensorio, eletto con Centro Democratico con circa 10mila voti, anche lui figlio d’arte, il padre Carmine era una degli uomini potenti e colti di una Democrazia Cristiana orami scomparsa. 

I figli DC non si fermano di certo alla maggioranza deluchiana e infatti con 11mila voti viene letta Annarita Patriarca con Forza Italia, figlia di uno degli uomini più potenti della democrazia cristiana nell’area vesuviana. 

Anche il PD non si distingue e infatti a partire proprio dal capogruppo mister preferenze Mario Casillo, giglio del democristiano Franco, passando per la riconfermata Bruna Fiola, figlia di Ciro, presidente della Camera di Commercio ed consigliere comunale a Napoli, per arrivare alla new entry Massimiliano Manfredi, ex deputato Pd e fratello di Gaetano, ministro dell’Università, che si è mostrato utilissimo anche in campagna elettorale. 

Le elezioni regionali in Campania hanno solo reso ancora più visibile quello che già era chiaro da anni, il familismo in politica è una realtà tangibile e osservabile, con i cognomi che non cambiano e i legami familiari che diventano la base per la costruzione di filiere politiche e addirittura istituzionali. Per raccogliere le preferenze, qui in Campania, sembra che conti molto più il cognome che il curriculum.