I Sindaci della Penisola Sorrentina pronti a varare l'Unione dei Comuni

Entro la fine del mese potrebbe essere pronta la bozza di statuto del nuovo ente territoriale

i sindaci della penisola sorrentina pronti a varare l unione dei comuni

Toccherà ai singoli consigli comunali approvare lo statuto ed eleggere le rappresentanze garantendo anche le minoranze. In ballo c'è il futuro dell'area che attraverso l'Unione intende affrontare i più scottanti problemi del comprensorio.

Sorrento.  

Sono sei i comuni costituenti la Penisola Sorrentina il maggiore dei quali, per estensione e popolazione, è Vico Equense, il minore invece è Meta. I sei sindaci sono in procinto di mettere le gambe a un progetto di Unione, come previsto dalla legge, con l'intento di condividere la gestione di settori strategici e di affidare al nuovo ente territoriale la competenza su materia come la mobilità e l'urbanistica, ma non solo, in virtù dell'omogenità dell'area e della medesima identità socio-economica per cui le problematiche della Penisola, attraverso l'Unione, potrebbero trovare risposte più confacenti al fabbisogno generale.

I principali sostenitori di questa scelta sono stati i sindaci di Sant'Agnello, Piergiorgio Sagristani, e di Meta Giuseppe Tito che è anche consigliere della Città Metropolitana di Napoli. Sono anche i due comuni più piccoli tra i sei della Penisola Sorrentina e sono entrambi in scadenza di doppio mandato.

Quello più prossimo alla tornata elettorale, nella primavera 2023, è Sant'Agnello col sindaco Sagristani eletto per la seconda volta a giugno 2018. Tito invece giungerà a scadenza di mandato nel 2024 essendo stato rieletto nel maggio 2019. Anche per lui scatta il divieto della ricandidatura avendo svolto doppio mandato.

Nel 2025 invece scadono i mandati di Lorenzo Balducelli a Massa Lubrense e di Massimo Coppola a Sorrento, mentre nel 2026 quelli di Salvatore Cappiello a Piano di Sorrento e di Peppe Aiello a Vico Equense che, però, sono entrambi però al primo mandato come anche Coppola a Sorrento.

Sono quindi loro tre i principali attori della nascente Unione potendola accompagnare dalla costituzione in avanti sul presupposto che possono contare su un secondo mandato sindacale.

Chi rischia veramente di non riuscire a indossare la fascia tricolore di sindaco dell'Unione è certamente uno dei principali sostenitori dell'iniziativa, Sagristani, ormai prossimo alla scadenza e che, per restare in partita, potrebbe giocarsi la carta di una candidatura alle elezioni politiche 2023, ipotesi spesso caldeggiata dal collega di Meta Tito anche se i due sindaci appartengono ad aree politiche differenti, Sagristani vicino a Fratelli d'Italia, Tito al PD.

Il passaggio alla forma istituzionale dell'Unione, che sicuramente agevolerà un approccio sovraccomunale ai principali settori le cui competenze verranno formalmente trasferite dai Comuni al nuovo ente, comporterà anche un trasferimento consistente di risorse finanziarie connesse ai settori specifici con una rinuncia alla sovranità comunale.

Circostanza che richiede in capo al nuovo organismo competenze politico-amministrative per garantire un equo impiego delle stesse e di omogenea erogazione dei servizi ai cittadini dell'Unione, la qualcosa costituisce allo stato un'incognita considerando soprattutto le differenti consistenze territoriali e demografiche, ma anche socio-economiche, dei diversi comuni.

La sfida che propongono i sindaci è senza dubbio una di quelle che possono incidere in modo significativo, addirittura determinante, sul futuro delle municipalità alla ricerca di una dimensione in grado di renderle più competitive e anche più apprezzate dagli altri livelli istituzionali, in primis la Regione Campania.

Il nuovo attore amministrativo funzionerà avvalendosi di personale trasferito dai comuni all'Unione tenendo presente che si tratta di una struttura più grande, più complessa e soprattutto più esigente in termini di soddisfacimento del fabbisogno dei residenti. Forse quello che manca nell'iter avviato dai sindaci, al di là degli aspetti tecnico-statutari, è il preliminare coinvolgimento delle rappresentanze sociali, economiche, sindacali e associative del territorio affinchè maturi una consapevolezza condivisa sulla grande novità che l'Unione dei Comuni è in grado di portare nel governo del territorio e sugli effetti che ne deriveranno sulla quotidianità.