Champions League, Liverpool - Napoli: è la notte della verità

Cuore e calma per superare l'ultimo ostacolo sulla strada per gli ottavi: la bolgia di Anfield

Napoli.  

di Marco Festa

È la notte più attesa: se sarà quella delle lacrime napoletane di gioia o di dolore, sportivo, lo deciderà, come sempre, il campo. E che campo. E sì, perché “This is Anfield”, come impresso sul cartello che precede la rampa di scale calcate da campioni di epoche diverse, che ascendono verso il rettangolo di gioco della casa del Liverpool . “Questo è Anfield”: ecco l'estrema sintesi per capire che più che uno stadio si entra in un tempio del calcio. Lo farà il Napoli, stasera, ma non in punta di piedi. Brividi sulla pelle, dopo l'ultimo gradino c'è l'erba naturale - mai spelacchiata come quella di tanti impianti sportivi italiani - da schiacciare sotto i tacchetti. Quell'erba dove chi segna scivola verso la bandierina per esultare. Magari sotto la Kop, in visibilio. La Curva che quando intona il suo inno e grido di battaglia, “You’ll never walk alone”, impedisce di comunicare a due metri di distanza. Ma stasera, ad Anfield Road, non ci sarà solo la bolgia Reds e nessuna vittima sacrificale, come accennato poc'anzi. Perché il calore, la passione e la capacità di trascinare è forte, fortissima, pure nelle sfumature azzurre degli uomini di Ancelotti. Che arrivano al sesto e ultimo appuntamento del girone C di Champions League (ore 21) da capolista. Non un dettaglio, nel “gruppo di ferro” come fu ribattezzato nel giorno del sorteggio. L'ambiente contro, ma più di un vantaggio determinato proprio dalla classifica: da provare a sfruttare pur senza farsi travolgere. Vietato lasciarsi intorpidire la mente dai calcoli tendendo le orecchie in direzione Belgrado dove si gioca la non meno decisiva Stella Rossa – PSG.

Il Napoli, però, il destino ce lo ha nelle sue mani. Ed è questo il punto di partenza pur essendo inevitabile ricordare le condizioni stando alle quali Hamsik e compagni brinderebbero agli ottavi di finale: avanti, ovviamente, se vincono o pareggiano nel catino infernale del Liverpool, ma anche in caso di sconfitta: se il PSG perde; vince in Serbia e il Napoli perde con un gol di scarto, ma segnando almeno una rete; pareggia al “Marakana” e il Napoli perde con un gol di scarto, ma segnandone almeno 3. E in caso di arrivo a pari punti a tre squadre? Le definitive gerarchie in classifica verranno così definite: scontri diretti; differenza reti negli scontri diretti; gol segnati negli scontri diretti; gol segnati fuori casa negli scontri diretti; differenza reti generale; gol segnati totali. Aperta e chiusa parentesi.

Spazio ai protagonisti. I candidati eroi azzurri col 4-4-2 rinforzato dai rientri, dopo il turnover contro il Frosinone, di Ospina tra i pali; di Maksimovic a destra, Mario Rui a sinistra e Albiol nel cuore della difesa; di Callejon e Fabián Ruiz sugli esterni di centrocampo; del bomber formato tascabile ed europeo Mertens in attacco. E a proposito di attacco: Salah, Firmino, Manè è il tridente d'attacco della fresca capolista della Premier League guidata dal vulcanico tedesco Klopp, che ieri, in conferenza stampa, si è sbilanciato nel sottolineare quanto il Napoli meriterebbe il passaggio: sportività, certo, ma via agli scongiuri e spazio alla scaramanzia. Là dietro ci sarà il croato Lovren, recuperato.

Palla al centro. C'è un popolo pronto a fermarsi per un'apnea lunga novanta minuti più recupero. Al Napoli il compito di piazzare la “ciliegina sulla torta”, Ancelotti dixit; di scatenare i festeggiamenti ai piedi del Vesuvio per una qualificazione dal sapore di impresa che sarebbe così preziosa e prestigiosa da cancellare l'amarezza per l'eliminazione beffa della stagione 2013/2014, quando a Benítez non bastarono 12 punti per andare avanti. Anima e core per tingere d'azzurro il muro umano total reds.

Le probabili formazioni di Liverpool - Napoli (grafiche: Giuseppe Andrita)