IL PIZZINO di Urgo: Code di paglia e quaquaraquà

Aspettando la ripresa del campionato riflessioni sul Napoli di Spalletti

il pizzino di urgo code di paglia e quaquaraqua
Napoli.  

Se c'è una iattura che mi colpisce ogni volta mortalmente sono le pause a vario titolo del nostro campionato di calcio.

Quest'anno poi - grazie alle sempre incantevoli prove del "mio" Napoli - come non mai. L'avevo già sperimentata questa sensazione durante le infruttuose (e spesso inguardabili) partite della nostra nazionale e nel lungo ozio delle squadre delle serie maggiori, italiane e non, in concomitanza del mondiale in Qatar. Lì era stata durissima. Nel secondo caso mi ero dovuto inventare qualunque cosa - qualcuno lo ricorderà - per esorcizzare il trauma.

Dopo che la squadra partenopea aveva sostanzialmente ripreso da dove aveva lasciato, fatte salve alcune fisiologiche battute d'arresto, andando più al galoppo che al trotto, fino anche a quintuplicare i distacchi premondiali con le sue (presunte) dirette antagoniste, il mondo del tifo calcistico avverso - l'unico più acrimonioso di quello della politica - ha approfittato di questa prima presa d'aria da umiliazioni e delusioni per tirar fuori il peggio di sé. Leggo poco o nulla i social, se non per quanto viene indirettamente riportato sul web, e questo di certo mi ha messo al riparo da travasi di bile e denunce in sede civile e penale. Eppure mi è bastato dare un occhio qua e là per rimanerne scioccato. Sono stati infatti sufficienti sette giorni di fermo biologico pallonaro per scatenare un continuo di offese, attacchi, ironie, distinguo, scontri (verbali) e malauguri celati o manifesti contro la squadra azzurra, che pure tanto aveva fatto innamorare di sé, il suo presidente - appena apre bocca è la solita gragnuola di critiche - e, soprattutto, i suoi tifosi.

Non va bene che qualcuno stia già cominciando a festeggiare, ma non va bene neanche la sobrietà opposta di un quartiere (Fuorigrotta, ndr) grottescamente accusato di essere filojuventino. Non va bene aver preso per favorevole il turno di Champions con il Milan, che oggettivamente è un avversario più abbordabile di Real Madrid, Bayern e Manchester City.

Non va bene che si sia incassato tanto tra partite di campionato e di Champions e comunque si corra il rischio di perdere calciatori di fronte a offerte irrinunciabili. Non va bene che un giudice tifoso del Napoli dia esempio di rettitudine dimettendosi, né va bene che si dica che "con altre regole avremmo già vinto". Troppe code di paglia e quaquaraquà in giro.