Conte: "I tifosi mi chiedono di vincerlo, io rispondo che faremo di tutto"

L'allenatore presenta la gara col Genoa: "Le pressioni ci sono, perché ci giochiamo la vita"

conte i tifosi mi chiedono di vincerlo io rispondo che faremo di tutto
Napoli.  

Una vigilia particolare, con il Napoli che scenderà in campo contro il Genoa conoscendo già il risultato dell’Inter, che giocherà per prima in casa del Torino. In un modo o nell’altro arriverà un altro carico di stimoli per gli azzurri. La squadra di Inzaghi può potenzialmente raggiungere il Napoli in testa, e quindi servirà ristabilire le distanze. In caso di mancata vittoria dell’Inter la motivazione sarà ancora maggiore, visto che la squadra di Conte può allungare e ipotecare il titolo. Ne ha parlato l’allenatore in conferenza stampa a Castel Volturno.

Le parole d’ordine per queste ultime tre giornate?
«Dobbiamo finire il lavoro. Mancano tre partite e il lavoro va finito. Dobbiamo continuare in maniera seria, come abbiamo fatto fino ad adesso».

Lei vive molto la città… cosa sente nell’atmosfera?
«Sinceramente questa settimana sono stato molto di più a casa. Ho comunque vissuto la città e ho un po’ tastato il polso. Devo dire che vedo molta maturità. Il tifoso sogna ma lo fa con i piedi per terra. Trovo gente che mi dice la cosa più bella che si possa sentire, ossia “grazie”. Significa che il lavoro che stiamo facendo è apprezzato. E penso che questa sia la soddisfazione massima che io e i calciatori possiamo sentire”.

Come sta Lobotka? E sui rientri di Neres e Buongiorno?
«Lobotka è tornato in gruppo, si è allenato venerdì e oggi. Abbiamo domani mattina per prendere la migliore decisione possibile. È un giocatore importante per i nostri meccanismi. È un centrocampista molto forte, fondamentale per i nostri ingranaggi e non vorrei farne a meno. Neres è tornato parzialmente in gruppo venerdì e sabato ha fatto l’allenamento. Penso che potrà essere convocato e tornare almeno in panchina. Già averlo visto con noi è diventato molto importante. Buongiorno è fermo e non ha ripreso. Dobbiamo aspettare le prossime due settimane, ma in questo caso c’è più difficoltà, così come Juan Jesus che muore dalla voglia di tornare. Lui dice che è pronto, ma i dottori frenano».

I tifosi le chiedono se resta o no? È arrivato il presidente e si parla di un incontro…
«In questo momento il tifoso non mi fa questa domanda. Potete stare tranquilli. I tifosi mi ringraziano e mi chiedono di vincerlo. E io rispondo che ci proveremo con tutte le nostre forze. Il resto è noia».

Si giocherà conoscendo il risultato dell’Inter…
«La pressione a prescindere comunque ci sarà. Dobbiamo essere bravi nell’indirizzare la pressione in maniera positiva, affinché possa essere un aiuto per rimanere concentrati ed avere grande voglia, desiderio e motivazione. Penso che le prossime partite si giocheranno in contemporanea, e penso che sarà molto meglio. Sappiamo comunque che non conta niente, noi dobbiamo pensare al nostro rimanendo concentrati e pensare a ciò che dobbiamo fare. Incontreremo una formazione che ha reso la vita difficile a tanti, anche ultimamente al Milan. Il Genoa ha giocato un’ottima partita, cercando di fare bella figura e di dare fastidio».

In cosa può dar fastidio il Genoa?
«Ricordo bene la gara dell’andata. L’ho rivista e abbiamo fatto delle riflessioni. È una gara difficile, come lo saranno le altre due. Noi ci giochiamo la vita a livello sportivo, e affrontiamo una squadra che vuole fare bella figura. Non ho mai visto nessuno che depone le armi prima di giocare la partita».

Il Napoli ha sofferto i secondi tempi per un fatto psicologico?
«A volte abbiamo sofferto un po’ di più, ma a volte è una percezione. Se andiamo a vedere la partita a volte c’è la paura di subire il pareggio. Abbiamo fatto anche dei secondi tempi importanti che hanno cambiato la partita, come contro la Juventus o l’Inter. Ci sono state tante gare che abbiamo gestito bene dal primo all’ultimo minuto, come a Torino o a Lecce. Abbiamo vinto 1-0 ma ci sono stati annullati dei gol, e uno per millimetri. Si tratta di un percorso di crescita di ragazzi che si sono trovati in testa alla classifica in maniera inaspettata».

Teme il “braccino”?
«È una domanda che sento fare dalle ultime 10 partite. Erano tutte finali e la risposta è sempre la stessa. Bisogna provare attraverso il lavoro a vincere la partita in campo. Cerchiamo di limitare la pressione, sapendo che esiste lo stress positivo e lo stress negativo. Attraverso il nostro lavoro e le nostre conoscenze dobbiamo proseguire come fatto fino ad ora».

Testa, cuore e gambe. Cosa serve di più?
«Penso che tutto dipenda dalla testa. Quello che ci chiedono i tifosi è il cuore per sudare la maglia, e penso che sia una cosa che stiamo facendo e che non può essere messo in dubbio. E poi ci sono le gambe che vanno allenate. Ma quello che muove tutto è la testa, perché tutto parte da lì. Se dovessi aggiungere un’altra parola è “resilienti”, ossia essere pronti a sopportare la fatica, superarlo e andare oltre. Spesso e volentieri appena arriva l’ostacolo e la fatica si molla. Qualcosa da questo punto di vista si è perso un poco”.