Alle 21.45 di sabato sera l'ultimo aggiornamento su Victor Osimhen, dopo una giornata in cui il sito che aveva messo la parola fine (temporanea) alla telenovela tra il calciatore nigeriano e il Napoli - messa in rete quasi minuto per minuto, come le partite di una volta alla radio della domenica pomeriggio - aveva apertamente parlato di "alti e bassi".
Questo il dispaccio conclusivo parola per parola: "Nelle ultime ore, il club turco ha rilanciato con una nuova proposta indirizzata ad Aurelio De Laurentiis: 75 milioni di euro con 40 milioni di pagamento immediato e 35 milioni a rate. Il Napoli ora è in attesa dell’invio delle due lettere bancarie necessarie a garantire la solidità dell’operazione e sbloccare la fase conclusiva dell’accordo. Altre formule o altre cifre non sono mai state prese in considerazione. Non sono attese novità sostanziali prima di lunedì, dal momento che le banche resteranno chiuse nel fine settimana."
Insomma, si voltava pagina in attesa di ritrovarcela esattamente dove l'avevamo lasciata 48 ore dopo. Non vorrei che questa storia diventi, come già accaduto un anno fa, l'alibi perfetto del club azzurro per giustificare la sua totale immobilità sul mercato dopo gli acquisti subitanei di Kevin De Bruyne e Luca Marianucci.
Non manca molto, 72 ore e sapremo se questa è solo l'ennesima empasse in cui cui l'ex capocannoniere azzurro ha voluto gettare la società che detiene il suo cartellino (e segnatamente il suo presidente), oppure è finalmente venuto il tempo di salutarlo e non vedersi mai più (se non da avversario). Insomma, tanta attenzione - anche da parte del sottoscritto - rischia di spostare i termini della questione su un piano extracalcistco che può solo far male agli equilibri della squadra, con l'aggravante di dare anche un cattivo esempio (da seguire volendo) ai suoi ex compagni di squadra e, soprattutto, ai più giovani, bisognosi invece come il pane di buone e durature testimonianze di sport e di integrità morale. Molto altro da dire, a chi sommessamente scrive sul team partenopeo, non c'è, se non sempre il solito copione di acquisti "quasi fatti" e di "trattative avanzate", salvo scoprire che, qualora l'accordo con il calciatore (nella migliore delle ipotesi) ci fosse, quello con la sua società di appartenenza resta molto di là da venire.
Per non parlare della pletora di vecchi volti in uscita, che a breve rivedremo per poco (anche loro) per poi salutarli - in questo caso con più di qualche rammarico - per sempre. È il destino di ogni ruota che gira, che a volte si incaglia e a volte no.
