Figlio candidato: procuratore rischia trasferimento

Potrebbe trattarsi di un caso di incompatibilità

Andrea Lembo è candidato per il Pd a sindaco di Campagna

Salerno.  

Problemi in vista per il procuratore capo del tribunale di Salerno Corrado Lembo. Rischierebbe infatti il trasferimento d'ufficio per incompatibilità. Causa di tutto la candidatura del figlio a sindaco di un paese della provincia. Su richiesta unanime della Prima Commissione del Csm, competente sui trasferimenti d'ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale dei magistrati, il Comitato di presidenza di Palazzo dei marescialli ha disposto infatti l'apertura di una pratica sul capo dei pm di Salerno.

Il figlio, Andrea, avvocato 32enne, è candidato infatti per il Pd a sindaco di Campagna. Nel caso in cui venisse eletto, si troverebbe a dover amministrare un territorio che ricade sotto la competenza giurisdizionale del padre. Andrea Lembo è ritenuto politicamente molto vicino a Piero De Luca, figlio del governatore della Campania e nel marzo scorso rinviato a giudizio, su richiesta della stessa procura di Salerno, per bancarotta fraudolenta.

Proprio dal palco renziano della Leopolda nei mesi scorsi Andrea Lembo aveva annunciato la sua candidatura a primo cittadino di Campagna e il suo progetto politico, suscitando già allora aspre critiche da parte del centrodestra che aveva chiesto all'epoca l'intervento di palazzo dei marescialli. Il vice coordinatore provinciale di Forza Italia Gaetano Amatruda aveva detto: “È evidente che Andrea, ragazzo perbene e preparato, ha notorietà a Salerno e nella provincia anche perché è il figlio del capo della procura. Una procura che attenziona diversi uomini del Pd. A parti invertite cosa sarebbe successo? Il finimondo”. 

Il procuratore nel novembre scorso, a margine di un'iniziativa, sulla questione mantenne il riserbo e rispose ai giornalisti “mia madre diceva sempre il silenzio è d'oro e poi aggiungeva anche, paga sempre, io preferisco mantenere il silenzio su questa vicenda che mi sembra già sia giunta a conclusione”.

Sara Botte