Sarno: 20 anni fa la tragedia, spesi fino ad ora 150 milioni

Il sindaco Canfora analizza la ricostruzione e gli interventi effettuati sul territorio

Sarno.  

Il 5 maggio 1998, dopo giorni di piogge un fiume nero di fango scese a valle travolgendo tutto quello che trovò sul suo percorso. Un forte odore di terra, una grande massa in movimento. Centosessanta le vittime della tragedia che colpì Sarno e altri comuni della valle, come Quindici, Siano, Bracigliano e San Felice a Cancello. Fu proprio Sarno a perdere il maggior numero di vite: 137 i morti, cancellata del tutto la frazione Episcopio. Oggi a vent'anni da quel drammatico pomeriggio si fanno i conti con la ricostruzione. A mettere i dati nero su bianco su carta è proprio Giuseppe Canfora, il sindaco del comune che ha pagato il più alto tributo, Sarno.

“Il 5 e il 6 maggio 1998 alcuni Comuni delle Province di Salerno, Avellino e Caserta vennero colpiti da numerose colate rapide di fango, causate dalle piogge persistenti che da giorni stavano interessando l’Appennino campano ed, in particolare, la zona del Pizzo d’Alvano – racconta Canfora -.

Per dare un’idea delle precipitazioni che interessarono quelle aree e che portarono all’innesco delle frane, si possono analizzare le misure di pioggia registrate dal pluviometro di Lauro, che per la sua vicinanza è da considerarsi tra i più rappresentativi. Dall’analisi dei dati si osserva che nelle 48 ore tra il 4 e 5 maggio, ovvero immediatamente prima e durante l’evento franoso, si misurarono 173 mm di pioggia. Più nel dettaglio l’analisi oraria rivela che nelle prime ore del 4 maggio si ebbero piogge deboli e che, dopo una pausa di 11 ore, le precipitazioni ripresero ininterrottamente fino alle prime ore del mattino del giorno 6. Nei sei giorni precedenti, dal 28 aprile al 3 maggio, il pluviometro aveva registrato una cumulata di 61,4 mm. Pertanto si trattò di piogge non particolarmente intense, ma persistenti, dato che si protrassero per nove giorni consecutivi.

In poche ore – continua il primo cittadino di Sarno - dalle 14:00 del giorno 5 alle prime ore del 6 maggio, 2 milioni di metri cubi di materiale si riversarono sui centri abitati nel territorio di Sarno,Siano e Bracigliano in provincia di Salerno, Quindici in provincia di Avellino e San Felice a Cancello in provincia di Caserta. Le vittime furono 160, delle quali 137 nella sola Sarno.

A Sarno le case distrutte furono 193; 306 quelle parzialmente distrutte; 561 quelle danneggiate. Complessivamente gli immobili distrutti e danneggiati furono 867. La frazione di Episcopio fu l’area maggiormente colpita. 48 le unità abitative ricostruite dai cittadini alluvionati nel comparto Casasale-Pedagnali; 21 gli immobili ricostruiti direttamente dal Commissariato di Governo-Arcadis nell'ambito del cosiddetto lotto 11”. Devastazione ovunque ma anche ricostruzione in questo ventennio che ci separa dalla tragedia.

“L'importo complessivo dei contributi per la ricostruzione e la riparazione delle abitazioni ammonta a circa 50 milioni di euro” continua Canfora che elenca nel dettaglio le opere di messa in sicurezza post-frana realizzate dal Commissariato di Governo per la ricostruzione: 11 vasche per la raccolta di acque e fango per una capacità complessiva di 2 milioni di metri cubi; 20 km di canali per il convogliamento e il deflusso delle acque nelle vasche; strade di accesso ai fondi pedemontani. “Restano da realizzare la vasca Vallone Santa Lucia, la messa in sicurezza del Saretto e il rifacimento del ponte di via Fiorentini. Complessivamente per le opere di messa in sicurezza sono stati spesi finora 150 milioni di euro”.

Sara Botte