Non bastavano nove anni di botte e vessazioni sanciti da una sentenza di primo grado che ha condannato l'ex marito a dieci mesi per maltrattamenti. Domani Grazia Biondi, la salernitana diventata simbolo della lotta alla violenza sulle donne, tanto da essere chiamata nel novembre del 2017 a un intervento a Montecitorio, sarà messa fuori dall'abitazione familiare che aveva contribuito ad acquistare anche con i soldi suoi (soldi che non ha mai avuto indietro). La sua storia (raccontata in questa puntata de La Linea) è diventata emblematica per tutte quelle donne che dopo il danno sono costrette a subire anche la rivittimizzazione in un'aula di tribunale.
Ora anche lo sfratto, che giunge al termine di una procedura contestata e contro il quale l'Assemblea permanente delle Donne di Salerno e provincia si schiera con un presidio che si terrà domani mattina a Baronissi, comune dove si trova l'abitazione. L'appuntamento è per le 12 davanti al liceo della frazione Saragnano, dove Grazia Biondi e le portavoci dell'Assemblea permanente illustreranno i dettagli della vicenda.
“Già lungamente provata da anni di violenze fisiche e psicologiche, oggi che Grazia ha finalmente trovato il coraggio di credere nuovamente in se stessa, sta vivendo anche la violenza economica di questa cultura patriarcale che ci domina -sottolinea a Patrizia Reso dell'Assemblea permanente delle donne di Salerno - La casa coniugale dalla quale sarà messa fuori è stata alienata gratuitamente dall'ex marito al figlio (avuto da un precedente matrimonio) nonostante fosse pendente un ricorso per sequestro giudiziario proprio per il timore che l'uomo dismettesse i beni di proprietà in danno della ex moglie. La cessione di immobile fu dichiarata inefficace dal tribunale di Salerno nel 2015, ma poi sia il figlio che il padre, quale interventore, hanno proposto giudizio per occupazione sine titulo in danno della donna".
Domani alla sua porta busserà l'ufficiale giudiziario e lei, portatrice di una grave patologia fisica e in difficoltà economica, sarà costretta a lasciare l’unica abitazione di cui può disporre. “Accade per l’accanimento giudiziario di chi, oltre ad averle usato violenza fisica e psicologica, non ha esitato a perseverare con una violenza economica subdola ed limiti del sadismo – accusano dall'Assemblea permanente delle donne di Salerno e provincia – Ma Grazia non è sola. Noi tutte, insieme a lei, sosterremo quanto ancora dovrà affrontare, fiduciose nell'opera della Magistratura.”