Eboli: batteri in ospedale, la verità del direttore sanitario

"Adottate tempestivamente le precauzioni. Gestione realizzata secondo i protocolli previsti"

eboli batteri in ospedale la verita del direttore sanitario
Eboli.  

Una nota ufficiale della direzione sanitaria dell’Ospedale di Eboli, firmata dal direttore sanitario Mario Minervini, per cercare di chiarire quanto accaduto nelle ultime settimane all’interno del Maria Santissima Addolorata. In particolare, sulla presenza di batteri in alcuni reparti dell’ospedale.

Acinetobacter ed Clostridium, questi i nomi dei due batteri alla base, per i familiari, della morte di un 72enne deceduto al Cotugno di Napoli dopo esser stato ricoverato all’ospedale di Eboli, e causa di altri due ricoveri. Nella nota ufficiale rilasciata, il direttore Minervini sottolinea che sono stati attivati tutti i protocolli e procedure previste, e nonostante tali procedure, sulle superfici del letto di uno dei pazienti è stata rilevata la presenza di Anaerobi solfito riduttori, frequenti in determinati ambienti ospedalieri come sottolineato dalla letteratura scientifica.

Qui di seguito la nota ufficiale integrale:

"Alla luce dei numerosi e recenti articoli di stampa denigratori nei confronti del P= di Eboli, si rende necessario comunicare, come da report allegati, i risultati negativi per Acinetobacter baumanii e Clostridium difficile dei prelievi straordinari di monitoraggio microbiologico effettuati dall’Eurolab Srl il 19 settembre 2020 presso la rianimazione e il 21 settembre 2020 presso l’UOC di medicina generale e i risultati negativi dei prelievi ordinari eseguiti nelle aree critiche relativi al mese di luglio 2020, oltre he rendere noto che attualmente, nei suddetti reparti è stata ripristinata la regolare attività di ricovero e assistenza.

Si fa presente che, in accordo on la responsabile aziendale della sicurezza dei pazienti e gestione rischio clinico, sono state adottate tempestivamente le precauzioni standard, le precauzioni da contatto e l’isolamento spaziale/cohorting dei pazienti di tali reparti ma, nonostante tali procedure, in Medicina sulle superfici del “letto paziente 1 stanza 5” è stata rilevata la presenza di Anaerobi solfito riduttori (Clostridium perfrigens) in quantità <0,4 UFC/cm2 (v.n.0,013-0,7).

Si precisa, infine, citando i dati della letteratura scientifica, che:

- le infezioni da A. baumannii, patogeno opportunista, rappresentano circa l’80% delle infezioni da Acinetobacter e si verificano in pazienti ospedalizzati e/o con gravi patologie (rianimazioni)
- il Clostridium difficile, che vive come commensale dell’apparato intestinale, è causa frequente in ambiente ospedaliero (geriatrie) di infezioni nei pazienti immonodepressi e/o defecati, sottoposti a terapie antibiotiche-chemioterapiche-immonosoppressive e con ripetuti ricoveri in strutture sanitarie.

Si conclude, pertanto, che le infezioni da Clostrudium denunciate sono da interpretare come comunitarie per n.1 caso e come nosocomiali negli altri n.2 casi, che si sarebbero presumibilmente contagiati in ospedale (entro le 72 ore dal ricovero), ma la cui gestione nel setting aziendale è stata realizzata secondo i protocolli previsti."