Bimbo ucciso da pitbull a Eboli, gli animalisti: non sopprimete i cani

Il sindaco: "E' stata un'aggressione feroce, sia da monito a chi possiede questi animali"

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"Una tragedia che ha colpito tutta la comunità"

Eboli.  

Sono state prestate le prime cure sul posto alla madre del bimbo di circa un anno che, questa mattina, è stato azzannato e ucciso da due cani in località Campolongo di Eboli. La donna si era ferita nel tentativo di salvare il piccolo. Intanto proseguono i rilievi e gli accertamenti dei carabinieri della Compagnia di Eboli sotto il coordinamento della Procura di Salerno. Una tragedia che ha colpito tutta la comunità, ha chiarito il sindaco di Eboli Mario Conte.

Il sindaco di Eboli

"Il servizio veterinario prenderà entrambi i cani - ha aggiunto il primo cittadino - non sono di proprietà della famiglia colpita da questa tragedia, ma di un'altra famiglia che convive in questa abitazione. E' stata un'aggressione feroce - ha aggiunto il sindaco - nonostante credo che sia anche intervenuto uno zio del bambino per cercare di liberarlo e per strapparlo dalle fauci del cane, ma non c'è riuscito, tutto è avvenuto fuori dall'abitazione, sul patio che sta davanti al balcone di ingresso dell'abitazione e in pochissimi attimi e improvvisamente. Non si spiegano perchè questa aggressione, anche perchè è un cane che sta li' da sempre - ha spiegato il sindaco secondo il quale quanto accaduto deve essere da monito a chi possiede questi cani che sono purtroppo particolari -. Mi dicono che se non vengono trattati in un certo modo e se si trascurano eccetera, possono avere poi questi atteggiamenti improvvisi di aggressione. Quindi, bisogna fare in modo che chi ha questi cani stia molto attento", ha concluso Conte.

Gli animalisti

Mentre gli animalisti italiani chiedono che i cani non siano soppressi. - "Chiediamo che i cani non vengano soppressi, ma affidati a chi sa realmente prendersene cura. Noi Animalisti Italiani Onlus siamo pronti ad accoglierli". A chiarirlo in una nota Walter Caporale, presidente della onlus Animalisti italiani. La morte del piccolo arriva a due giorni dall'aggressione subita da una 83enne di Padova aggredita da cinque dei suoi sette cani di grossa taglia. "Siamo sconvolti e rattristati - sottolinea Caporale - dalle terribili notizie provenienti da Eboli e Padova. Esprimiamo il più profondo cordoglio alle famiglie coinvolte in entrambi gli incidenti. Ma attenzione, non facciamo di tutta l'erba un fascio per colpevolizzare i pitbull. Non esistono razze aggressive, ma cani che, come gli uomini, possono ammalarsi, impazzire o aggredire a causa di situazioni problematiche o della negligenza umana. Il caso di Eboli, in provincia di Salerno, è emblematico: i tutori erano partiti, abbandonando i cani, lasciandoli per lungo tempo soli.

Questo comportamento irresponsabile crea cani frustrati e potenzialmente pericolosi. Il pitbull è un cane che ha bisogno di un capobranco (e non di un dominatore) che lo sostenga perché seppur dotato di una forza fisica impressionante, possiede una delicatezza caratteriale che lo rende particolarmente sensibile. L'abbandono ha generato un fattore di crisi emotiva esterna". Animalisti italiani evidenzia la necessità di "liberare dai pregiudizi" i pitbull e ogni altro cane simile perché "ogni quattrozampe, a prescindere dalla razza o dal genere, è un amico fedele e non aggressivo". Il pitbull "ha certamente un temperamento energico, ma non necessita di essere dominato, quanto piuttosto accolto, con responsabilità e autorevolezza. Con il giusto amore, rispetto ed educazione, diventano compagni di vita affidabili e generosi". Per la onlus è tempo di riconoscere "che non esistono cani cattivi, solo persone che non li trattano adeguatamente, con competenza e con il rispetto e l'amore che meritano".