Una legge che fa discutere. La conferenza nella Sala Torre della Provincia di Salerno ha riportato al centro della scena politica campana la controversa modifica alla legge elettorale regionale. L’articolo 1 della legge 17/2024, che modifica la normativa del 2009, introduce di fatto l’ineleggibilità dei sindaci alla carica di consigliere regionale, creando un’anomalia giuridica che, al di fuori della Campania, si registra soltanto in Puglia.
Il fronte dei sindaci
A guidare la protesta, il sindaco Stefano Pisani, coordinatore dei Piccoli Comuni di ANCI Campania, Mimmo Volpe, presidente di ALI Campania, Francesco Morra, vicepresidente vicario di ANCI Campania, e Geppino Parente, presidente del Comitato Direttivo ANCI. Con loro anche i sindaci di Avellino e Caserta. Secondo i promotori dell’iniziativa, la norma comprime il diritto di elettorato passivo, allontanando dalla politica proprio quelle figure che meglio rappresentano le comunità locali.
Il rischio democratico
Le modifiche legislative sono considerate un pericolo per la rappresentanza democratica. I sindaci affermano che il nuovo meccanismo penalizza i territori e chi li amministra con competenza, riducendo la partecipazione e violando il principio di eguaglianza nell’accesso alle cariche elettive. Il paragone con la normativa nazionale è netto: i sindaci di comuni sotto i 20.000 abitanti non sono soggetti ad alcuna ineleggibilità, mentre in Campania si crea un ulteriore sbarramento.
Il precedente pugliese e il ricorso
Il Governo ha già impugnato la legge pugliese davanti alla Corte Costituzionale, e ora anche la Campania rischia una censura simile. Il vicepresidente Morra chiede un’azione coerente e tempestiva da parte del Ministero dell’Interno e del Consiglio Regionale, evidenziando come la legge campana sia giuridicamente e politicamente inopportuna.
Le richieste
I sindaci campani chiedono che si elimini l’ineleggibilità e si valuti solo un’incompatibilità per chi guida comuni con più di 5.000 abitanti. Si appellano anche all’esempio di Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno diventato governatore, come simbolo di un percorso politico virtuoso che oggi, paradossalmente, verrebbe ostacolato proprio dalla legge regionale che lui stesso rappresenta.
