Campania, Federico Conte: "Per il Pd rigenerazione culturale e politica"

Appello dell'ex deputato dopo i risultati delle ultime Regionali in Campania

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Salerno.  

“Mi sono riavvicinato al Pd, dopo molti anni, per dare forza alla novità rappresentata da Elly Schlein e provare a rinnovare, anche in Campania e a Salerno, il Partito democratico. La mia candidatura alle regionali ha risposto alla stessa esigenza: dare voce a una proposta di cambiamento autonoma e libera. In una competizione elettorale che si è svolta senza un programma e senza politica, questo sforzo è valso più del 10% dei voti dell’intera lista ed è stato decisivo per portare al Pd il secondo seggio, che risalta politicamente perché maturato in un quadro drammatico di astensionismo, oggettivamente favorevole al voto organizzato dal sistema di potere deluchiano. Il quadro della Campania dopo dieci anni di strapotere deve far riflettere”. Lo dichiara Federico Conte, ex deputato, presidente dell’associazione Cittadino Sudd.

“Il Pd – continua Conte -, partito di maggioranza relativa, non è stato in grado di esprimere un candidato presidente che non fosse l’uscente, ormai incandidabile; la guida dell’esecutivo è stata assunta dal leader dell’opposizione, Roberto Fico, l’unico elemento nuovo. Il Pd ha concorso all’accordo con il proprio sistema di potere regionale, garantendone così la continuità nelle urne. Ora, senza una politica e senza il potere istituzionale del capo, è chiamato alla prova della storia e dei fatti. Continuare a mandare o avanti la fanteria del passato non sarà sufficiente senza investire su una rigenerazione culturale e politica del partito e sulla formazione di una nuova classe dirigente. E Fico, per non essere travolto dal “tirare a campare”, non starà a guardare, cercherà di provvedere con la logica del suo partito. Non si illudano dirigenti ed eletti del PD, l’alternativa è tra rilanciare sulla politica alta o continuare a gestire la ditta, sapendo che il rischio è la liquidazione, lenta ma inesorabile. Un tema che riguarda anche la prossima sfida elettorale nazionale, per vincere la quale, come la storia degli ultimi trent’anni ci insegna, sarà decisivo il Mezzogiorno, alla conquista del quale si dedicheranno con particolare interesse, nel nuovo anno, tutti i partiti. È prevedibile che punteranno sulla riforma elettorale per liberare il voto e non per sostenere il sistema, una svolta che si prevede penalizzante per il modello campano”.