Ricordando le foibe

Una riflessione di Luca Carlantuono

Affinché questo pezzo di storia non muoia, e quei nostri fratelli non muoiano più....

Ariano Irpino.  

Dopo settant'anni, ricordo quella che per anni è stata negata e continua ad essere negata dalla sinistra Italiana: La strage delle Foibe. 

La Jugoslavia di Tito che si presentava come ingannevole liberatrice, da subito si rivelò figlia del comunismo criminale, uccidendo,stuprando, depredando, distruggendo e annientando i territori del più estremo nordest dell'Italia. 

Dall'Istria, da Trieste, dalla Dalmazia, da Fiume furono deportati nei campi serbo-croati, o uccisi con la ben nota prassi diabolica (gli uomini erano legati da fili di ferro ai polsi e schierati sugli argini delle foibe, dopo di che l'esecuzione finale consisteva nella fucilazione dei primi infoibati che cadendo trascinavano con sé altri uomini ancora vivi) dapprima uomini dei diversi corpi militari della Repubblica sociale Italiana, successivamente civili e partigiani con la sola accusa di essere Italiani. 

Si stimano tra le Foibe del 43 e del 45 circa ventimila vittime, e duecentocinquantamila esuli. Di nuovo il popolo Italiano era smarrito, tra le  diverse  vicende storiche della fine del nazional-fascismo spietato, e le vendette dei rossi popoli sovietici. Di nuovo il popolo italiano era in balia dei venti avversi  che portavano il nome di Vendetta Politica, di Interesse Economico  e di Sete di Potere. 

Nel Febbraio del 1947 venne firmato il Trattato di Pace di Parigi con il quale l'Italia rinunciava a  Zara, alla Dalmazia, alle isole del Quarnaro, a Fiume, all’Istria e a parte della provincia di Gorizia.

Dunque ricordiamo, oggi 10 Febbraio, affinché questo pezzo di storia non muoia, e affinché quei nostri fratelli non muoiano più.

Redazione