"Vorrei capire cosa ho fatto di male per meritarmi questo"

Questa donna è ancora alla ricerca disperata di una casa e una vita dignitosa

Solo pochi giorni fa aveva scritto questa lettera, ai consiglieri comunali e cittadini, rivolgendo un appello anche al Vescovo, senza ricevere alcuna risposta finora...

Ariano Irpino.  

"Vorrei capire nella mia vita cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo, prima o poi non mi trovate più sono stufa di tutto." E' un grido disperato, l'ennesimo quello di Anna Lanera, 26 anni, madre di una bimba affetta da convulsioni e problemi respiratori. La sua "casa" se tale si può definire, sta diventando ogni giorno sempre più invivibile, invasa da umidità e muffa. Un brutto e freddo inverno per lei nell'indifferenza totale di tutti, anche della chiesa e dell'Asl, perchè Anna fa parte anche lei di quelle persone figlie di nessuno, che la politica sempre più distratta e affaristica anche ad Ariano come nel resto del paese, ignora. 

Solo pochi giorni fa aveva scritto questa lettera, senza ricevere alcuna risposta finora:

Ai consiglieri comunali e ai cittadini di Ariano Irpino. Mi chiamo Anna Lanera, sono una donna di 26 anni, una madre e una cittadina di Ariano Irpino. Ho chiesto aiuto ad una persona che credevo competente per presentare la domanda per ricevere un alloggio popolare. A causa di errori nella domanda sono finita alla 58esima posizione in graduatoria. Per il mio reddito, per le condizioni della casa in cui vivo, per il fatto di avere una figlia che è splendida ma le sue condizioni di salute ogni tanto mi fanno preoccupare, per questi fatti io so di avere diritto a una casa. Anche l’assessore e alcuni impiegati onestamente lo hanno riconosciuto. All’assessore ho fatto una proposta concreta: ho chiesto per risolvere la mia situazione di emergenza abitativa di farmi assegnare un vecchio alloggio che si libererà prestissimo visto che non è di dimensioni adeguate alla famiglia che ci abita adesso, la quale è ai primissimi posti in graduatoria e avrà giustamente un nuovo e bell’appartamento.

Ho rifiutato promesse e soluzioni provvisorie, contributi economici per qualche mese o per un paio di anni, non le ho rifiutate per arroganza, ma perché so che ho bisogno di un minimo di sicurezza, un alloggio modesto, per riuscire a costruire un’esistenza degna.

Non mi vergogno a dire che la mia vita non è stata per niente una vita in discesa, ma sono contenta di vivere, di essere riuscita ad affrontare problemi, di lottare per migliorare e per affrontare i diritti miei e di mia figlia.  Mi addolora quando qualcuno mi dice che con il mio comportamento, con questa lotta per l’abitazione, rischio che mi tolgono la bambina, non capisco se chi me lo dice vuole aiutarmi o è una specie di minaccia.

Da questa settimana, sono venuta ogni giorno al Comune e sono rimasta ad aspettare che succedesse qualcosa. Il Comune è il punto di riferimento dei cittadini.

Spesso si dice che è colpa degli occupanti e si dice che saranno sgombrati per risolvere i problemi di abitazioni di altri, ma poi non si fa niente. Io però penso che gli occupanti che sono in condizioni sociali ed economiche difficili non devono essere sgomberati ma aiutai. E’ chi sta bene e ha la possibilità di avere casa che non ha diritto a occupare alloggi popolari.

Un amico mi ha aiutato a mettere per iscritto il mio pensiero. Mi ha consigliato di ricordare che la Corte Costituzionale ha scritto che è doveroso da parte della collettività intera impedire che delle persone possano rimanere prive di abitazione e che il diritto ad una abitazione dignitosa rientra, innegabilmente, fra i diritti fondamentali della persona. Non lo sapevo che questa corte aveva detto questo, ma penso che p giusto.

Il mio problema è conosciuto da tempo. Perciò dall’inizio di questa settimana ho deciso di aspettare ogni giorno al comune, al caldo, come forma di protesta. Ho potuto incontrare il sindaco, mi ha detto che non mi può dare un alloggio.

Se il sindaco e presidente della provincia non può e non vuole fare niente di serio per risolvere veramente il mio problema chiedo al Vescovo Sergio Melillo, al Vicario don Antonio Blundo, al parroco del Santuario Madonna di Fatima don Alberto Lucarelli e agli imprenditori di successo di Ariano di rivolgermi un aiuto, cerco una casa e un lavoro.

Mi chiamo Anna Lanera, non ho amici potenti e ricchi, ma nemmeno voglio scambiare la mia libertà di voto con il diritto all’abitazione, sono una donna, una madre, una cittadina stanca di vivere senza la scurezza di una casa, modesta ma salubre.

Gianni Vigoroso