Intervista esclusiva all'ex basista delle brigate rosse Lanza

Colui che partecipò all'organizzazione del rapimento del generale James Lee Dozier

Gli anni di piombo segnati da lutti e dolore

Savignano Irpino.  

di Gianni Vigoroso

Parla in esclusiva a Ottopagine, l’ex basista delle brigate rosse Armando Lanza.  Colui che partecipò all'organizzazione del rapimento del generale James Lee Dozier, mettendo a disposizione la sua abitazione. E’ stato ospite a Savignano Irpino, in occasione della presentazione del libro: “Le scarpe dimenticate. Acqua Santa e Brigate Rosse.” (Segui la video intervista  cliccando sulla foto.)

Gli anni di piombo segnati da lutti e dolore. L’adesione alla lotta armata con la partecipazione attiva ad uno dei sequestri ad opera delle brigate rosse. Il carcere ed infine il cambiamento. Una vita movimentata quella di Armando Lanza residente in provincia di Verona ma fortemente legato al sud. Sua moglie Carmen Matullo è di Savignano Irpino.

Ma chi è oggi Armando Lanza? "Un uomo senza partito, una persona con gli stessi valori ma con modalità diverse. Giustizia, libertà e indipendenza al primo posto.

Poi un ricordo: "Quando ero in carcere e vi fu all'epoca l'uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, i brigatisti inneggiarono la sua morte. Li aggredii, dicendo loro: fate schifo! Perchè un uomo che combatte la mafia, è sempre un nostro alleato."

La motivazione di scrivere un libro: "All'inizio vi era un desiderio di dare una semplice risposta a mia figlia che cominciava a capire il mio passato. E quella che doveva essere una lettera alla fine è diventata un libro."