"Il silenzio vi uccide prima del vostro assassino"

Di violenza sulle donne e femminicidio si continua a morire

Il femminicidio continua a mietere vittime e in maniera esponenziale, in grande crescita. E’ fondamentale non lasciarsi prendere dallo scoramento.

Carife.  

 

di Gianni Vigoroso

La fine orrenda di Pamela Mastropietro, 18 anni, fatta a pezzi e abbandonata all’interno di due valige a Pollenza in provincia di Macerata, la terrificante morte di Nunzia Maiorano 41 anni di Cava dè Tirreni, uccisa con quarantasette coltellate dal marito. Una strage che sembra non avere  fine.

Di  violenza sulle donne e femminicidio si continua a morire.  Dall’Irpinia ancora un segnale di sensibilizzazione al fenomeno. Carife, siamo nella baronia, in provincia di Avellino, una panchina rossa anche qui per dire stop al massacro.

A fare gli onori di casa, il sindaco Carmine Di Giorgio: “Abbiamo subito aderito a questa iniziativa. Il problema è molto sentito ed è quindi giusto parlarne. Sensibilizzare la popolazione è importantissimo. Un fenomeno di grande attualità che ha la sua rilevanza e diffusione. Occorre stare vicino alle persone che denunciano questi episodi di violenza e non lasciarle sole. Eliminare il problema è difficile ma dobbiamo impegnarci tutti, affinchè possa essere ridotto.”

Presente Pasquale Del Vecchio dirigente scolastico Istituto Comprensivo Benedetto Croce di Flumeri e in rappresentanza dell’arma dei carabinieri, il capitano della Compagnia di Ariano Irpino Andrea Marchese e il maresciallo maggiore del Comando Provinciale di Avellino Amore Sabino e il comandate della stazione di Castel Baronia Giovanni Calandro. Ha introdotto e moderato il convegno in maniera impeccabile e puntuale Camilla Sciaraffa, componente del consiglio  direttivo dell'associazione Full Frame presieduta da Emilio Capobianco.

Emanuela Sica avvocato, responsabile sportello legale Irpinia del Corpo Internazionale di Soccorso, ordine Costantiniano di San Giorgio, ha sollecitato un maggiore impegno tra le istituzioni sul territorio.

Serve una vera e propria task force. Da un rapporto tossico bisogna necessariamente uscirne vive, prima che sia troppo tardi. E’ fondamentale un impegno a 360 gradi di tutte le forze in campo. E poi un accorato appello a tutte le donne: "Il silenzio vi uccide più del vostro assassino."

E Sica invita così a riflettere: “Scambiamo tutto per amore, mentre l’amore con la violenza e le botte non c’entra un tubo. L’amore, con gli schiaffi e i pugni, c’entra come la libertà con la prigione. Un uomo che ci mena non ci ama. Mettiamocelo in testa. Salviamolo sull’hard disk. Vogliamo credere che ci ami? Bene. Allora ci ama male. Non è questo l’amore. Invece noi ci illudiamo di poter cambiare le cose, di poter correggere gli uomini maneschi, di riuscire a farli crescere anche quando gli si è bloccato lo sviluppo, e scalciano e urlano come bambini capricciosi. Solo che sono bambini alti uno e ottanta, con le spalle da gorilla e le mani che sembrano vanghe. Non illudiamoci mai, mai e poi mai, di poterli cambiare, o che possano cambiare per amore nostro. Anche se piangono come vitelli e dicono che non lo faranno più. Non caschiamoci e chiediamo aiuto il prima possibile. E se una figlia ha un fidanzato così, prendiamola, impacchettiamola e riportiamola a casa.”

Il femminicidio dunque continua a mietere vittime e in maniera esponenziale, in grande crescita. E’ fondamentale non lasciarsi prendere dallo scoramento.

Rosaria Bruno presidente Osservatorio sul Fenomeno della violenza sulle donne Consiglio Regionale della Campania:

“E’ un fenomeno che non ha tregua e soprattutto, abbiamo iniziato l’anno con un focus in Campania e questo sicuramente non è bello. E parliamo di delitti efferati. Ma c’è di più ed è questa la cosa più grave e triste, le donne uccise, avevano i realtà già denunciato la loro grave situazione di disagio, quindi è mancata la filiera di protezione. Ognuno magari avrà fatto la sua parte, ma non c’è stato un continuum. E in questo vuoto, c’è stata, la fragilità e la vulnerabilità.”