Schiaffi a scuola. Il prof:sono amareggiato.L'alunno: mi pento

All'Itis Dorso due versioni sul caso come racconta il preside Iannaccone

Il giovane sostiene di essere stato colpito dall'uomo con uno schiaffo, e di aver reagito allo stesso modo. L'insegnante invece racconta di avergli dato un buffetto sulla guancia, gesto al quale lo studente avrebbe risposto con un ceffone.

Avellino.  

 

di Simonetta Ieppariello

E’ amareggiato il docente tecnico dell’Itis Dorso di Avellino, G. S. le sue iniziali, che questa mattina è stato colpito con uno schiaffo da un alunno della scuola nel cortile, per averlo rimproverato con un buffetto.

E’ sinceramente pentito il ragazzo protagonista della vicenda, che però precisa in questura, come racconta il preside dell’istituto, Carmine Iannaccone, avrebbe reagito di istinto per un vero e proprio schiaffo, che prima gli avrebbe dato il docente, nel redarguirlo per la guida spericolata del suo scooter nel cortile affollato dagli studenti.

Due versioni di una stessa vicenda, come racconta il preside della scuola.

Il diverbio è scoppiato quando il 18enne, giunto come ogni giorno a scuola sul suo scooter, è stato rimproverato dall'insegnante perché faceva manovre azzardate. Il giovane sostiene di essere stato colpito dall'uomo con uno schiaffo, e di aver reagito allo stesso modo. L'insegnante invece racconta di avergli dato un buffetto sulla guancia, gesto al quale lo studente avrebbe risposto con un ceffone. Al momento comunque il docente non si è fatto refertare in ospedale né ha sporto denuncia.

«Il docente protagonista di questa vicenda ha rimproverato il ragazzo con un buffetto, per fermarlo da quella guida rischiosa per se stesso e per gli altri ragazzi, come mi ha raccontato il professore.

Ma il ragazzo ha reagito, come poi mi ha spiegato d’istinto, colpendolo con uno schiaffo - spiega il dirigente -. Sono stato informato dalla vicepreside di quanto accaduto, ho convocato entrambi separatamente e poi insieme. Si sono confrontati in presidenza e il ragazzo si è pentito spiegando di aver reagito di istinto».

Un caso a cui non è seguita alcuna denuncia. Una storia che presenta due versioni: da un lato il prof che parla di un buffetto assestato per fermare quella guida spericolata e tenere al sicuro nel cortile alunni e lo stesso ragazzo, dall’altro lo studente che dice di aver ricevuto uno schiaffo e di aver reagito di istinto.

Dal canto suo lo stesso preside è stato convocato in questura e ha rilasciato la sua deposizione, spiegando l’esatta sequenza dei fatti.

«Non ero presente. Ho potuto solo riferire quanto mi è stato raccontato dai due protagonisti dei fatti, docente e alunno. Domani alle 13.10 si terrà il consiglio di classe sul caso e dovremo, nonostante i fatti nella loro esatta sequenza si siano conclusi, decidere se adottare o meno eventuali provvedimenti».

Il ragazzo, un ventenne di Avellino, intanto è stato ascoltato anche in questura. Nessuna denuncia è stata formalizzata, ma in città non si parla d’altro. Molti si interrogano su quanto accaduto.

«Credo che vada fatta corretta informazione - spiega il preside -. On line sono state pubblicate notizie false e gonfiate, che rischiano di innescare pericolosi effetti a catena e di emulazione. In presidenza il ragazzo ha chiesto scusa. Scuse accolte dal professore che comunque si è detto amareggiato per l’incresciosa vicenda. Si tratta di un professore garbato, sempre pronto al dialogo, mai dogmatico e pronto a confrontarsi con i ragazzi. Si è detto molto amareggiato, perchè in tanti anni di carriera non si è mai trovato in condizioni simili. E’ ancora livido e dolorante, ma si è subito detto tranquillo nel tornare al lavoro».

Dopo l'episodio le lezioni sono proseguite regolarmente, e non è stato chiesto l'intervento delle forze dell'ordine. Un particolare che non ha evitato l’intervento della Polizia di Stato, avendo appreso dai media la notizia, ha convocato nella caserma di via Palatucci sia il docente che l’alunno, come anche il reggente dell’istituto di via Morelli e Silvati, il dirigente Carmine Iannaccone che commenta: “domani comunque analizzeremo in un consiglio di classe ad hoc quanto accaduto per decidere il da farsi. La scuola non può tollerare quanto accaduto. A mia memoria, in oltre trenta anni di servizio non ricordo sia mai accaduto qualcosa del genere ad Avellino”.

Dal canto suo il direigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale parla di un caso su cui riflettere e della necessità di affrontare in seno al consiglio di classe un fatto grave, e su cui prendere provvedimenti non in senso repressivo quanto formativo. "Si è trattato, a quanto pare, di un gesto di impulso. Non è giustificabile, certo, ma va compreso il fenomeno nel suo insieme". 

Dello stesso parere Paolino Marotta, presidente dell'Andis Nazionale che commenta amaro: è comunque un episodio preoccupante. Un problema nazionale e non solo a cui vanno trovate soluzioni efficaci. Penso alla famiglia che deve essere il primo luogo in cui formare i nostri ragazzi, il tutto in piena sinergia con l'istituzione scuola. Oltre l'episodio specifico dobbiamo riflettere sulla più ampia emergenza educativa dei nostri ragazzi. Ruoli e schemi, competenze e comportamenti sembrano essere saltati. Dobbiamo lavorare per riempire lacune educative che rischiano di essere vere e proprie voragini sociali».