Abate (Ais): "Altro che fuga, il vino attrae cervelli"

Il delegato dell'Associazione Sommelier in Irpinia: "Per le aree interne il vino è un motore"

Avellino.  

Delegato dell'Associazione Italiana Somelier di Avellino Annito Abate intravede nel vino una sorta di “invertitore” per le aree interne. Un invertitore di tendenza, nel senso che se in generale si parla di impoverimento, spopolamento e fuga di cervelli, il vino può invece agire da polo a carica inversa: un attrattore di cervelli, oltre che un generatore di benessere e ricchezza.
I consumi di vino sono cambiati, e il delegato Ais spiega: “Non è una novità questa, già da diversi anni il consumatore ha acquisito più esperienza e maggiore conoscenza, questo anche grazie a un miglioramento dei prodotti. Ma in generale il vino è qualcosa che “tira”, tra social, applicazioni a tema: insomma c'è maggior consapevolezza”.


E dunque attraverso il vino le aree interne potrebbero giocare un ruolo da protagoniste: “Il vino è un attrattore di cervelli, anche perché le generazioni si sono sostituite. Se prima c'era il coltivatore oggi i loro figli si sono trasformati in produttori e questo ha cambiato le dinamiche: c'è una crescita, c'è una nuova mentalità. Oggi il vino nelle nostre zone non è più un prodotto fine a se stesso, ma legato a vari circuiti, dall'amante del vino all'eno appassionato all''eno viaggiatore e per questo le aziende si sono organizzate, andando oltre la semplice vendita e puntando sull'accoglienza. C'è da dire che in questo processo anche la Regione è stata attenta”.


E in questo processo importantissima è la figura di un “narratore” d'eccellenza e di eccellenze, come il sommelier. E sono sempre di più le persone che si avvicinano a questo mondo: “Dagli addetti ai lavori – spiega Abate – agli appassionati: sono rimasto piacevolmente colpito nel vedere seguire i corsi alcuni anziani, e quando gli ho chiesto il perché di questa volontà di diventare sommelier mi hanno spiegato che da semplici appassionati volevano diventare anche consumatori attenti, consapevoli di ciò che bevono e che acquistano. Ma ultimamente anche tantissimi giovani che pensano che oggi il vino possa dare lavoro, e vogliono formarsi e crescere per restare sul territorio”.