Il parroco di Chiusano: «Aiutiamo i migranti a casa loro»

Don Antonio Romano propone il progetto

Chiusano San Domenico.  

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Don Antonio Romano parroco di Chiusano in riferimento al tema dei migranti.

"Il titolo di questo post potrebbe essere: "quelli che, aiutiamoli a casa loro e quelli che, accogliamoli". Vorrei fare un richiamo e un appello a tutti quelli che in questi anni di emergenza migratoria hanno sostenuto la tesi che bisogna aiutare i poveri nei loro paesi, ma la mia iniziativa è estesa anche a coloro che vogliono accogliere i migranti nelle loro città e nelle loro case. Molti di voi già sanno che il mese prossimo farò la mia terza visita al villaggio di Rutundwe in Burundi che è gemellato con la nostra parrocchia, ormai, da sei anni. Il Burundi è uno dei paesi più poveri dell’Africa perché piccolo e con poce risorse naturali. La stragrande maggioranza degli abitanti del Burundi non può permettersi un viaggio da clandestino per venire in Europa e per loro è complicato anche ottenere un ingresso regolare per i costi e la trafila da affrontare. Lo so perché sto seguendo una pratica per ospitare una studentessa burundese che desidera continuare gli studi universitari qui in Italia. A tutti quelli che hanno a cuore la vita e la sicurezza di quelle persone, a quelli che dicono che sono una risorsa, a quelli che sostengono che bisogna accogliere, suggerisco di andarli a prendere come sto facendo io. Questo è il modo più sicuro, legale ed efficiente per evitare i morti e il favoreggiamento dell' immigrazione clandestina. Il secondo punto, che a mio avviso, è ancora piu urgente e necessario, riguarda lo sforzo che tutti gli uomini di buona volontà devono fare per sostenere lo sviluppo e la crescita di quelle popolazioni abbandonate e in alcuni casi depredate dal "primo mondo". Il mio obittivo è quello, innanzitutto, di costruire delle reti di amicizia e di collaborazione con quelle popolazioni a partire dal sistema di gemellaggio che possa coinvolgere ogni paese, città, provincia e regione dell'Italia, dell'Europa e del mondo. In secondo luogo, fornire loro gli strumenti per poter trasformare, in loco, le risorse a loro disposizione attraverso la formazione di figure professionali e la fornitura dei mezzi necessari per la crescita e lo sviluppo dell'agricoltura e dell'artigianato. L'associazione Madre Teresa Onlus di cui faccio parte si occupa proprio di questo. Per i bambini di Rutundwe quest’anno c'è una novità. Abbiamo organizzato i “jeux sans frontières" regalando loro 100 magliette sponsorizzate, divise nei colori dei 5 continenti. Chiediamo contributi, pubblici e privati, per sostenere lo studio e la salute dei bambini e per acquistare trattori e pompe idrauliche per l'agricoltura. In questi giorni mi è stata chiesta una mano anche dalla ONG Dapadu Abruzzo per sostenere un progetto di energia solare al centro Agro-Pastorale di Kiyenzi che si occupa di formazione professionale, falegnameria, caseificio e trasformazione alimentare. Pensate che se solo le nazioni industrializzate facessero il fioretto di non acquistare e produrre armi per un anno, avremmo a disposizione 1700 miliardi di dollari per lo sviluppo e la cooperazione di quelle popolazioni. Siccome i miracoli avvengono solo raramente, incominciamo noi a fare il possibile e il necessario. Adesso sono curioso di scoprire chi e quanti sono disposti a rispondere a questo appello". Per chi desiderasse fare un versamento a tale scopo può contattare don Antonio Romano, parroco di Chiusano.