Nube tossica, cielo sgombro ma è psicosi: scuole chiuse

Il risveglio della città. Incubo diossina. Blocco allo Stir, stop alla raccolta rifiuti

Avellino.  

La quiete dopo la tempesta. Un risveglio spettrale per la città di Avellino e i comuni della Valle del Sabato, come quelli dell’Hinterland dopo le sei ore di inferno. Tanto è durato il rogo all’Ics, Industria Composizione Stampati, l’azienda che si occupa della produzione di imballaggi per batterie in polipropilene. Si guarda al cielo con sospetto, timore, aspettando di conoscere l’esito dei prelievi dell’Arpac, annunciati in giornata dopo che i tecnici potranno prelevare i fanghi e materiali direttamente sul suolo del rogo dell’’Ics. Scuole chiuse in venti comuni e poche persone in giro. Mercato bisettimanale sospeso, ogni attività e funzione viene ridotta al necessario in città e nei comuni a corona del capoluogo. Lo stato di emergenza ambientale è stato annunciato dal Prefetto e a Palazzo di Governo è aperto ininterrottamente il tavolo operativo. Domande e timori affastellano i pochi luoghi di ritrovo di Avellino. Intanto Procura e Noe cercano indizi e l’ipotesi dolosa resta in piedi. Il procuratore D’Onofrio ha perlustrato l’area con la mascherina sul viso. Ora si lavora per valutare e quantificare la situazione di contaminazione. L'allerta resta in attesa di analisi di aria e terreno. 

“Non c’è bisogno di evacuare le abitazioni di Pianodardine”. E’ questo l’unico dato ufficiale che arriva al termine della riunione del coordinamento provinciale di soccorso appena terminato in Prefettura. Intanto i vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per mettere in sicurezza la zona. 

Resta chiuso lo Stir di PIanodardine. Si attende il nuovo summit in prefettura per capire quali saranno le prossime disposizioni. Il sindaco Festa con ordinanza numero 444 ieri ha predisposto la chiusura delle scuole. Si deciderà il giornata le nuove disposizioni da adottare.