Il Vescovo Melillo: "Se subisci violenza chiedi aiuto"

Un unico coro per dire ancora una volta un consapevole “No” alla violenza sulle donne

il vescovo melillo se subisci violenza chiedi aiuto

Il messaggio in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Ariano Irpino.  

Sergio Melillo Vescovo

Carissimi amici e amiche, ringrazio l’amministrazione comunale di Ariano Irpino e il centro antiviolenza “Ananke”, per la possibilità che mi è data di unire la mia voce, quella della Chiesa di Ariano Irpino - Lacedonia, a quella di chi il prossimo 25 novembre vorrà formare un unico coro per dire ancora una volta un consapevole “No” alla violenza sulle donne.

La celebrazione della giornata internazionale ci chiede di “fare rete”, uscendo, superando steccati e gli
interessi di un mercato globalizzante; impegnandoci tutti a migliorare la condizione delle donne in un tempo
davvero complesso.

Il nostro servizio all’umano sarà fruttuoso se anche una sola donna trovasse il coraggio di uscire dall’anonimato, della paura, portando alla luce abusi o violenze, iniziando un percorso di liberazione. Per non partecipare solo con le parole ma, con il cuore a questa iniziativa, ho rimeditato la stupenda omelia
pronunziata da Papa Francesco nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, il I° gennaio scorso.

Nel volto della Madonna ho rivisto i volti di tante donne, mamme, figlie, sorelle, mogli, amiche, compagne di
viaggio di cui i nostri cieli sono costellati e sono, per me credente, diventati preghiera, frecce di luce lanciate nelle tenebre del mondo per squarciare la caligine di chi sciupa la vita nella rabbia e nella violenza contro sé stesso e gli altri/e.

Scrive Papa Francesco: «Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza dell’umanità e da come trattiamo il corpo di una donna comprendiamo il nostro livello di umanità… va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato, è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati». (Omelia del I° gennaio 2020, Solennità della Madre di Dio). Queste espressioni, che onorano la Madre di Dio, ci ricordano che ogni donna è portatrice di vita, di redenzione, anche quando il suo grembo non ha dato alla luce un figlio. Essa genera amore con i suoi gesti di donazione, di attenzione, con il suo contributo sapiente alla crescita della società. Si fa strumento di salvezza perché solo l’amore salva dando un senso all’esistenza.

Denunciare le violenze sulle donne significa riconoscere che questo mondo ha paura dell’amore e lo combatte. Finché ci saranno bambini che non saranno educati all’amore, ci sarà sempre chi userà violenza contro la vita, contro le donne.

La paura genera violenza e in un mondo ricco di cose, ma povero d’amore, le donne fanno paura perché ci
ricordano questa originaria vocazione umana. Chiediamo una rinnovata capacità di starci accanto gli uni gli altri e, come pubblicizzato dalla campagna sociale di questa Giornata 2020, ricordiamoci che se dal covid ci si salva stando a distanza, … certe volte però stare lontani non basta: Se subisci violenza chiedi aiuto.