Centro autismo, il caso finisce in Procura

Le associazioni sul piede di guerra: “Esposto per capire come hanno speso i fondi”

centro autismo il caso finisce in procura
Avellino.  

E' scontro aperto sul futuro del centro autismo di Rione Valle. Si consuma l'ennesimo botta e risposta tra le associazioni e l'amministrazione comunale. Il sindaco Gianluca Festa ha annunciato che con il nuovo finanziamento da 400 mila euro vorrà rendere più moderno e funzionale la struttura.

Non concentrandosi  sulla diagnosi ma piuttosto su laboratori, aule interattive  e puntando sulla semiresidenzialità. “Ho perso l’abitudine di dare dei tempi e fissare delle date. Questo ulteriore ed ultimo finanziamento servirà a rendere più funzionale il centro. Nessuno ha mai pensato di chiederealle amministrazioni precedenti che cosa intendesse fare in quegli spazi. Noi utilizzeremo queste risorse economiche per renderlo più moderno, anche perché chi conosce l’autismo sa benissimo che in quelle stanze non sarà possibile fare la diagnosi, la diagnosi spetta all'Asl, bensì laboratori, terapie, percorsi educativi. E immaginiamo di poter realizzare una struttura semi-residenziale che preveda anche una mensa e la garanzia per i ragazzi di essere seguiti durante buona parte della giornata”.

Ma le associazioni che seguono i bimbi autistici insorgono e non credono più a tempi e promesse del sindaco. “Abbiamo dato mandato al nostro legale, l'avvocato Manzi, di preparare un esposto da presentare alla Procura della Repubblica per capire come sono stati spesi i fondi in tutti questi anni – spiega Michelangelo Varrecchia – Garante provinciale delle Diverse Abilità. Accade solo ad Avellino, è incredibile. Festa aveva promesso tempi celeri e invece la situazione ristagna. Sono passati vent'anni e ancora non si vede la luce per il centro di Valle. Non c'è bisogno di altre attrezzature o di chissà che cosa. La struttura è pronta, va solamente pulita e va preso il personale sanitario”.

E' accorata la testimonianza di Gennaro D'Anna papà di Dora “Al Nord stanno molto più avanti di noi. Ho rapporti con il Trentino Alto Adige e mi hanno proposto di trasferirmi lì per tutte le cure a Dora. Ma in cuor mio ho pensato che questo significherebbe fare ancora una volta le valigie e ripartire dall'inizio. Quando invece qui ho una struttura, nella mia città natale. Tutto questo è inaccettabile. Mi rivolgo al sindaco: apriamo il centro e accudiamo nel modo che meritano i nostri figli”.