De Magistris in Valle Caudina parla del nuovo progetto politico Unione Popolare

L'ex sindaco al Festival Opulentia: "Unico a guidare Napoli per due mandati. esperienza bellissima"

de magistris in valle caudina parla del nuovo progetto politico unione popolare
Cervinara.  

Unire i paesi della Valle Caudina irpina e sannita grazie a quaranta appuntamenti itineranti con al centro cultura, politica, attualità, musica e spettacoli.

E' questo l'intento del Festival culturale Opulentia della Città Caudina, organizzato da “l'Altra Faccia” con la direzione artistica di Tommaso Bello che quest'anno ha voluto eliminare “confini e campanilismi” e riunire tutti i cittadini della Valle, che corre lungo l'Appia tra i territori di Benevento e Avellino, sotto un'unica manifestazione che ieri sera ha avuto come ospite a Cervinara Luigi De Magistris, già sindaco di Napoli ed ex magistrato. Tante le persone che hanno voluto partecipare all'evento con al centro l'ex eurodeputato primo cittadino per due mandati. Occasione anche per presentare il suo ultimo libro “Attraverso Napoli”. Un'esperienza, quella di sindaco, che De Magistris rivendica con orgoglio: “Sono stati dieci anni che hanno portato tra mille difficoltà e problemi al riscatto di una città che dieci anni fa era umiliata, mortificata e seppellita dai rifiuti. Poi è stata invece invasa da cultura, turismo, energia, partecipazione e giovani. E' stata un'esperienza politica nuova, autonoma e fuori dai partiti, fatta senza soldi, osteggiata dal potere ma partecipata dalla gente e questo è stato un segnale di vittoria”.

Esperienza di politica nuova, dunque, che sta proseguendo. Da qualche settimana Luigi De Magistris si è calato in un nuovo progetto: Unione Popolare. “Stiamo costruendo questo laboratorio nel quale c'è spazio per i non allineati, quelli che non si riconoscono nel 'draghismo', quelli che vogliono pace e non guerra, lotta alla mafia e non compromesso morale, ambiente e non distruzione, uguaglianza e non disuguaglianza, intervenire sulla disoccupazione, salari e sul caro vita. Tutti temi che in questo gioco di potere nei palazzi sembra non interessare. Gli italiani chiedono altro e quindi bisogna costruire un progetto politico non solo elettorale e mettere insieme tutti coloro che oggi non si sentono rappresentati”.

Nuove idee e progetti per l'ex magistrato di ritorno da Palermo per le celebrazioni in memoria del trentennale dell'attentato mafioso nel quale morì il giudice istruttore e procuratore della Repubblica Paolo Borsellino. Un ricordo indelebile di quell'anno terribile caratterizzato ancora da tanti misteri sui quali si chiede di fare luce e giustizia. “Sembra che la lotta alla mafia e alla corruzione non siano più una priorità. Dal 2007 che vado in via D'Amelio. Bisogna urlare e praticare la ricerca della giustizia. Un paese democratico lo deve fare. Borsellino è stato tradito da una parte dello Stato. Falcone e Borsellino non sarebbero stati ammazzati se non fossero stati isolati da pezzi dello Stato. Non a caso l'urlo che veniva da via D'Amelio è stato: furori la mafia dallo Stato. A me fa male sentire questo. Ho vissuto e pagato sulla mia pelle il tradimento di un certo Stato... Sono stato fermato e mi hanno scippato inchieste. A distanza di anni la verità è venuta fuori ma questo è tutto molto triste. Mi sono rialzato ed ho capito che quello che è accaduto a me ci deve invogliare a combattere al fianco di chi quotidianamente si batte contro il crimine”.

Poi è arrivata la fascia tricolore, indossata per dieci anni: “Un'esperienza bellissima. L'idea di essere stato il sindaco più longevo della storia di Napoli, dal 1806, con tutti i grandi partiti all'opposizione e con una grande mobilitazione popolare è storia. Essere stato sindaco di Napoli per due mandati per me non ha prezzo...”.

Tante le persone che hanno assistito ieri sera a Cervinara all'incontro, moderato da Angelo Vaccariello, durante il quale Luigi De Magistris ha ripercorso i lunghi dieci anni di mandato come primo cittadino di Napoli prima e della città metropolitana poi. Un compito non semplice ma che ha contribuito al rilancio di una città che chiedeva partecipazione e rinascita.

“Abbracciare l'intero territorio della Valle Caudina e attraverso la cultura a 360 gradi proviamo ad unire tutti i centri delle province di Benevento e Avellino” ha invece rimarcato Tommaso Bello che per il 2022 ha messo in campo la formula itinerante del festival.