Crisi idrica e debiti, il disastro Alto Calore diventa show televisivo nazionale

Tra dispersioni record e milioni da restituire entro l’anno, le emerge di sempre

crisi idrica e debiti il disastro alto calore diventa show televisivo nazionale

Dopo anni di rinvii, l’urgenza di investimenti e di un’equa ripartizione delle risorse tra province campane e Puglia diventa non più rinviabile. L’Irpinia, che ha dissetato mezzo Sud, reclama adesso dignità e futuro

Avellino.  

La diretta di “Mi Manda RaiTre” da Montefredane ha mostrato all’Italia ciò che l’Irpinia vive da mesi: rubinetti a secco, dispersione idrica al 70%, scuole chiuse per mancanza d’acqua. Non sono più cronache locali, ma il simbolo di un disastro gestionale e infrastrutturale che riguarda un’intera comunità. A questo scenario si aggiunge un macigno: i debiti di Alto Calore, alcuni milioni di euro da saldare entro la fine dell’anno, frutto del concordato preventivo che imbriglia ogni margine di azione. Non è solo un bilancio in rosso: è una catena che impedisce interventi rapidi, mentre le perdite si accumulano e la sete aumenta. L’Irpinia, terra di sorgenti generose oggi in affanno, ha bisogno di investimenti immediati. Nuovi pozzi, interconnessioni tra acquedotti, condotte moderne: sono progetti già individuati, ma ora devono tradursi in cantieri e in risposte tangibili. Non si può continuare a vivere nell’incertezza, con cittadini e sindaci costretti a rincorrere soluzioni tampone.

Una giustizia da ristabilire

Per decenni l’acqua dell’Irpinia ha dissetato la Campania e la Puglia. Ora che le sorgenti si impoveriscono e le reti cadono a pezzi, la provincia non può essere lasciata sola. È necessaria una vera perequazione, una ripartizione equa delle risorse idriche e dei fondi per le infrastrutture. Non può esserci sviluppo per Napoli o per Bari se Avellino resta senz’acqua. La crisi idrica irpina non è più una notizia episodica: è un bivio. Da una parte l’inerzia, i debiti, le perdite infinite; dall’altra la possibilità di trasformare una sofferenza in rinascita. L’Irpinia chiede dignità, chiede giustizia e chiede ciò che spetta a chi ha dato per decenni senza ricevere. E il tempo, oggi, non è più un alleato.