Voleva ritornare al più presto ad Ariano, per sempre, con la sua famiglia e i suoi tanti amici ma non da morto. Un desiderio che aveva espresso emozionando tutti un mese fa con quella sua foto simbolo, che era diventata subito la copertina di benvenuto all’ingresso di un cortile storico di via Tribunali della collettiva fotografica “A Sud di nessun Nord” di “Ariano in Parole” 2017. Scatti, parole, video, per mettere insieme le esperienze degli immigrati di oggi e degli emigranti di ieri. Tra questi c’era lui Enzo Cecere 59 anni, il 19 maggio ne avrebbe compiuto 60, il gigante buono nato ad Ariano e da 36 anni residente in Guatemala. Un grande più della sua stazza. Lo attendevano con ansia i suoi amici di sempre perchè lui era portatore di gioia, soprattutto a tavola. Erano in continuo contatto con lui. Felice Vitillo: "E' vero, voleva ritornare ad Ariano da vivo e non da morto." Luigi Pietrolà: "Addio grande amico mio, gigante buono. Volevi tornare un giorno nella tua terra ma il destino è stato crudele. Ti piangiamo tutti gli amici, un abbraccio a tutta la famiglia in Guatemala. Oggi è un giorno triste, ti voglio ricordare con le ultime parole che mi hai detto. Addio Enzo amico mio."
Un malore improvviso, inaspettato, crudele, lo ha strappato all’affetto di tutti, rendendo ancora più gelido ieri il sabato sera degli arianesi, profondamente scossi dopo la terribile notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno sulla rete dal Guatemala.
Fu egli stesso un mese fa a raccontare accanto alla foto scattata da Chiara Guardabascio che conosceva molto bene, la sua storia di emigrante: "Non dimenticherò mai la tua grande disponibilità ed è stato un piacere immortalare il tuo più grande sogno in questa foto."
Era il 1979 quando incontrai la mia futura sposa, allora non sapevo che mi avrebbe stravolto la vita. Decisi di andare in Guatemala per conoscere la sua famiglia, sarei dovuto rientrare dopo poche settimane, ma l’amore le ha trasformate in mesi e poi in anni.
I primi periodi sono statti molto complicati, i colpi di stato erano la quotidianità, c’era il coprifuoco e restare in contatto con la mia famiglia non era semplice: una lettera impiegava un mese ad arrivare e le telefonate erano brevi.
Chiamavo Pierino al bar a San Giovanni, lui avvisava mia madre che con l’affanno arrivava al telefono, c’èra il tempo giusto per un saluto.
Superati i primi anni, le condizioni sono migliorate. Sono stato fortunato, oggi ho una bella famiglia e sono anche nonno.
Certo, posso tornare ad Ariano quando desidero, ma le mie giornate sono tuttora scandite dal sogno di ritornare definitivamente al mio paese natio.
"Tornare ad Ariano", quel cartello tra le sue mani a vederlo oggi spezza il cuore. E’ frastornata dopo la tristissima notizia Simona Spinazzola insieme a tutto il gruppo di Ariano in Parole, ma ci aiuta a ricordarlo:
"Enzo rispose senza esitazione, quando gli fu chiesto quale fosse il suo desiderio per il nuovo anno, non aveva dubbi, la sua felicità era completa nel suo paese, tra le sue strade, in mezzo ai suoi amici. Era un uomo sempre sorridente, dall'inesauribile vitalità e dalla grande passione per la sua famiglia e il suo lavoro. Ci ha parlato dell'amore per la moglie che lo aveva portato fino in Guatemala, della gioia dei figli e di quella ancora più grande per i nipoti.
Ci ha raccontato dei giorni difficili e di quelli più felici, si era realizzato, ma le sue giornate erano scandite dal sogno di ritornare definitivamente ad Ariano. E' stato un privilegio per noi poter raccontare la sua storia, siamo profondamente addolorati. Ariano oggi è un po' più povera, saluta un uomo onesto con un profondo amore per il proprio paese. Ciao Enzo."
Gianni Vigoroso
