Ariano, ricerche senza Vigili del Fuoco: il Prefetto chiarisce

Ieri sera intanto, dramma nel dramma, è morto Armando La Porta, 85 anni, papà di Pasqualino

Un nuovo appello dei fratelli a Pasquale: “Se ci stai leggendo e magari hai scelto di allontanarti fuori e lontano da qui, fatti solo sentire, è un’attesa snervante, un silenzio terribile e triste, non ce la facciamo più.”

Ariano Irpino.  

Domenica operativa tra valloni, cave e specchi d’acqua alla ricerca di Pasqualino La Porta. Da Cardito e zone limitrofe al versante opposto Trave e Tesoro ad Ariano irpino. Molte zone sono inaccessibili, il territorio è vasto tant’è che il lavoro dei volontari necessiterebbe di un’attività georeferenziata, mediante il supporto dei Vigili del Fuoco.

La presenza dei caschi rossi,  come già sottolineato in un precedente resoconto sulle ricerche, avrebbe garantito un lavoro ancora più efficace mediante sistema di geolocalizzazione gps, sicuramente più attendibile e rapido rispetto alle tradizionali cartine geografiche o mappe. Per intenderci, il cosiddetto Tas, topografia applicata al soccorso.

Ma su questo aspetto ci risponde direttamente il Prefetto di Avellino Carlo Sessa:

“Nella riunione del Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica venerdì scorso, si è concordato di non impiegare i Vigili del Fuoco, in questa fase, dato che il territorio oggetto delle ricerche non presenta zone impervie o gravine. Le ricerche sono affidate a Carabinieri e Polizia. Il centro di coordinamento è allocato presso il locale Commissariato di Ariano Irpino.  Oltre a 40 - 50 volontari della Regione, vengono impegnati anche droni. L’operazione è gestita dal capitano della compagnia carabinieri Andrea Marchese e dal dirigente della prefettura di Avellino Ines Giannini.”

Ieri sera intanto, dramma nel dramma,  è morto Armando La Porta, 85 anni, papà di Pasqualino. Dopo essere stato ricoverato nel reparto di chirurgia dell'ospedale Sant'Ottone Frangipane, era stato trasferito in comune accordo medici familiari, a Savignano Irpino nel Centro Medico Don Orione, dove in serata il suo cuore ha cessato di battere a seguito della sue già precarie condizioni di salute. Malattia in attesa di definizione, con una serie di esame in arrivo, ma non c’è stato tempo. La vita di quest’uomo si è fermata. Della notizia sono stati informati subito i figli Oto e Carmine giunti in mattinata dalla Svizzera a Savignano Irpino. Una patologia grave che nonostante le cure mediche e amorevoli del personale sanitario della struttura savignanese, purtroppo non gli ha dato scampo.

“Vogliamo ancora sperare che sia vivo – ci dicono i due fratelli rivolgendosi a Pasquale - e che magari, possa essere informato da qualcuno della morte del papà. Siamo nuovamente qui. C’è un’intera famiglia, i figli, la moglie e quanti lo conoscono e stimano da sempre, che stanno soffrendo.”

Poi un messaggio diretto a Pasquale: “Se ci stai leggendo e magari hai scelto di allontanarti fuori e lontano da qui, fatti solo sentire, è un’attesa snervante,  un silenzio terribile e triste, non ce la facciamo più.”

Per uno strano scherzo del destino, quella mattina del 24 gennaio scorso, Pasquale era agitato, nervoso e in uno stato confusionale, perché stressato dopo le notti trascorse accanto al padre in ospedale, lo aveva confidato anche alla cugina prima di scappare da quell’auto all’altezza di Rione San Pietro. Ora suo padre non c’è più, è morto e del figlio invece neppure l’ombra. 

Gianni Vigoroso