Mio figlio disabile e quelle cure negate: la madre è disperata

Il Piano di Zona guidato da Avellino non eroga i servizi previsti. La testimonianza di una madre.

Non l'unica storia di questo tipo. I genitori si sono rivolti a uno studio legale del capoluogo. Sono pronte decine di denunce. Il Comuni dovrebbero rimediare all'errore. E alla svelta.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

Bambini con gravi disabilità finiti nel tritacarne della burocrazia. Sono i protagonisti della nostra storia. Si tratta di alcuni ragazzini, con handicap grave, che hanno bisogno di assistenza immediata. Assistenza negata dagli enti preposti.

Un rimpallo di responsabilità fra Comune di Avellino, Regione e responsabili dell'Ambito A04 del Piano di Zona Sociale (da ora, per comodità, lo chiameremo semplicemente Ambito A04).

Andiamo con ordine.

Una lunga battaglia

Settembre 2017. Una madre di Capriglia Irpina si rivolge al Comune di Avellino, come capofila dell'Ambito A04. Chiede di attivare i servizi d'assistenza destinati al figlio disabile. Nello specifico: un esperto della comunicazione.

Inizia il calvario.

Rispondono il coordinatore d'ambito Luigi Cicalese e la presidente Teresa Mele.

Per i due responsabili, “non è possibile procedere all'attivazione del servizio. L'impegno economico necessario a erogarlo rientra nella “I annualità del III PSR”.

Contributo che, per i dirigenti, sarebbe ancora in approvazione. Insomma, per loro è la Regione a essere in ritardo.

Ma promettono, “di avvertire immediatamente i genitori in caso di novità”.

La Regione non ha dubbi: «Responsabilità dei Comuni»

Così i genitori contattano la Regione. Un'altra diffida chiedendo l'attivazione dei servizi. Corredata da quanto sostenuto dai responsabili dell'Ambito A04.

Segue la risposta di Palazzo Santa Lucia.

Una risposta, per certi versi, sorprendente. Alla luce proprio di quanto dichiarato dai responsabili Mele e Cicalese.

Scrive la Regione: “Le uniche competenze regionali, a proposito dell'assistenza specialistica prevista, sono destinate agli alunni di scuola secondaria affetti da disabilità fisiche e sensoriali”.

Mentre per gli iscritti alle scuole primarie, “la competenza è degli enti comunali”.

E quei soldi, tanti, a cosa servono allora?

La Regione aggiunge di aver già liquidato, per l'Ambito A04, una somma superiore ai 240mila euro. Ai quali vanno aggiunti altri 410mila euro dal Fondo Nazionale Politiche Sociale. Infine ricorda all'Ambito A04 che si attendono ancora “le integrazioni documentali necessarie per la conformità del Piano agli indirizzi regionali. Condizione indispensabile per l'approvazione”.

Insomma, sono i Comuni del Piano di Zona a essere in ritardo. Dai diretti interessati ancora nessuna risposta. Nonostante i solleciti della Regione. Eppure, il rischio di incorrere in sanzioni penali è concreto. Intanto la madre della nostra storia non si ferma. Si è già rivolta a uno studio legale. Ed è diventata portavoce di altri genitori che hanno vissuto lo stesso disagio. La battaglia per i diritti negati ai bambini è così entrata nel vivo.