«Sono sorella di Cantone», inizia il processo all'avvocatessa

Accusata di truffa e millantato credito. Inizia il processo a carico della professionista irpina.

La Procura di Foggia contesta all'avvocatessa di Cervinara una serie di truffe. Si sarebbe anche spacciata per la sorella del vertice dell'Anac (Ente nazionale anticorruzione), Raffaele Cantone.

Cervinara.  

 

di Andrea Fantucchio 

«Sono la sorella del magistrato Raffale Cantone, presidente dell'Anac (Ente nazionale anticorruzione)», così secondo la Procura di Foggia avrebbe truffato almeno cinque persone. Questa mattina si è aperto il processo a carico dell'avvocatessa di Cervinara, Maria Virginia Cantone, accusata di truffa aggravata e millantato credito. Grazie a un'eccezione procedurale, sollevata dall'avvocato Dario Vannetiello, l'udienza è stata posticipata al 25 settembre. Per l'accusa l'imputata avrebbe eseguito una serie di truffe grazie anche alla collaborazione di un complice che, in alcune circostanze, si spacciava anche per l'avvocato Cantone.

L'avvocatessa era stata arrestata dopo aver ricevuto una busta con 14mila euro da due presunte vittime. La coppia era stata avvicinata dalla Cantone nelle vicinanze di un cantiere edile in provincia di Campobasso, dove aveva acquistato un edificio in costruzione. L'avvocato avrebbe fatto credere ai due che la società venditrice era sull'orlo di un fallimento, aggiungendo di volerli rappresentare nella causa di risarcimento. Proprio in quell'occasione avrebbe millantato la sua parentela con il magistrato Cantone. Intanto lunedì, a Benevento, l'avvocatessa dovrà affrontare un altro processo per truffa e patrocinio infedele.

Giorni fa, poi, la Cantone è stata arrestata in un'indagine del sostituto procuratore di Avellino, Vincenzo D'Onofrio, che contesta all'avvocatessa altre truffe. Sarebbero tre le vittime: anche un uomo di Marano (avvocati Claudio Frongillo e Federico Giusto) coinvolto in un violento incidente nel quale è morta la moglie e sono rimaste ferite le due figlie minorenni.

La Cantone, secondo l’accusa, si sarebbe fatta versare diversi accrediti, per un totale di oltre 260mila euro, grazie a una serie di stratagemmi. In più di un’occasione si sarebbe fatta consegnare parte dei soldi versati dall’assicurazione come risarcimento dei danni. Una somma che era destinata alla figlia minorenne del suo cliente. La ragazza – secondo la versione dell’avvocato – avrebbe potuto ritirare i soldi, consegnati a un giudice tutelare, una volta compiuti diciotto anni. Somma che per l'accusa sarebbe invece stata intascata dall'avvocatessa.

Gli avvocati, Dario Vannetiello e Sergio Clemente, avevano ottenuto al Riesame l'attenuazione della misura cautelare. La Cantone aveva così lasciato il carcere: per lei sono stati disposti gli arresti domiciliari.