Avellino, aste truccate: i magistrati: "Noi, mai condizionati"

La Sottosezione di Avellino dell'associazione magistrati interviene in merito a un nostro articolo

Secondo il giudice Ciccone "l'articolista si spinge a formulare proprie deduzioni personali, prive di qualsiasi collegamento con gli accertamenti investigativi in corso".

Avellino.  

Dall'Associazione Nazionale Magistrati - Sottosezione di Avellino - riceviamo e per estremo rispetto del ruolo e della funzione della magistratura volentieri pubblichiamo:

Oggetto: Richiesta di rettifica ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948                                                                    

La Sottosezione di Avellino dell’Associazione Nazionale Magistrati, a seguito della pubblicazione in data odierna sulla testata giornalistica on line “Ottopagine.it” dell’articolo, a firma del Direttore Responsabile Festa Federico, dal titolo “Avellino. Aste giudiziarie, è caccia alle talpe in Tribunale”, evidenzia che lo stesso, nel riferire circa gli sviluppi dell’indagine in corso della D.D.A. di Napoli denominata “Nuovo Clan Partenio 2.0” su presunte, illecite, aggiudicazioni di beni immobili nell’ambito di procedure esecutive pendenti presso il Tribunale di Avellino, contiene una falsa rappresentazione degli elementi investigativi sinora emersi, che sono stati oggetto nell’articolo di un’arbitraria alterazione gravemente lesiva del prestigio e dell’immagine non solo dei giudici assegnati al settore delle esecuzioni immobiliari, ma dell’intera magistratura irpina.
E, infatti, dopo avere l’articolista dato atto del riferimento, in taluni atti di indagine, a «elementi “intranei” all’amministrazione giudiziaria, ovvero cancellieri e dipendenti infedeli che collaboravano con il “gruppo denominato TRETRE” per rendere le aste agevoli», si spinge a formulare proprie deduzioni personali, prive di qualsiasi collegamento con gli accertamenti investigativi in corso, affermando testualmente: «a giudicare dal numero di anni in cui si è protratta questa redditizia attività, il coinvolgimento (o il colpevole silenzio negli uffici e, peggio, nelle aule) non dev’essere marginale. Quando si arriva alle cancellerie si è messo mano al cuore stesso dell’apparato giudiziario. Dopo vengono solo i giudici che prendono mazzette, come pure è accaduto a Salerno».
Tale affermazione lascia del tutto sconcertati, posto che, per quanto riferito nello stesso articolo, gli accertamenti investigativi in corso riguarderebbero esclusivamente presunte «connivenze» tra dipendenti amministrativi e soggetti interessati al settore delle aste immobiliari, senza in alcun modo coinvolgere – nemmeno lontanamente – l’operato dei magistrati deputati alla gestione di tali procedure, assolutamente scevro da ogni forma di improprio condizionamento.
Pertanto, assolutamente falso e denigratorio appare il riferimento sia al «colpevole silenzio», che gli organi giudiziari avrebbero prestato nelle «aule» del Tribunale rispetto a illecite condotte di terzi, sia, peggio, alla presenza di magistrati corrotti dietro pagamento di «tangenti» -, affermazione, questa, frutto, di un arbitrario accostamento tra la richiamata vicenda giudiziaria e la recente indagine della Procura di Salerno che ha portato all’arresto di alcuni giudici tributari, non togati, in servizio presso la Commissione Tributaria di Salerno -, posto che in alcun modo dalle indagini svolte sono emersi comportamenti illeciti ascrivibili, anche solo a titolo disciplinare, a magistrati in servizio presso gli uffici giudiziari di Avellino.  
La Sottosezione respinge con sdegno tali affermazioni, il cui unico intento è quello di ledere l’immagine della magistratura avellinese, inducendo nell’opinione pubblica l’idea – assolutamente errata e fuorviante - che gruppi criminali hanno potuto lucrare ingenti profitti grazie alla connivenza, o peggio, corrompendo alcuni magistrati.
Trattasi di una ricostruzione dei fatti completamente falsa, che prende impropriamente a preteso una indagine in corso della D.D.A. di Napoli per formulare gravissime insinuazioni sull’onestà e trasparenza della magistratura avellinese, che nemmeno lontanamente può essere messa in discussione.
La Sottosezione sottolinea che siffatte affermazioni non condizioneranno l'assiduo lavoro e la costante opera di controllo di legalità che la magistratura irpina continuerà ad esercitare con la consueta efficienza, autonomia ed imparzialità, nell’esclusivo interesse dei cittadini e senza alcuna forma di condizionamento esterno.

Avellino, 8 novembre 2019.
Il Segretario (Dott. Fabrizio Ciccone)