Dalla strage alla nube tossica, dal clan alla paura del fango

Un anno di cronaca tra fatti di criminalità e clamorose sentenze giudiziarie

Avellino.  

Otto condanne e sette assoluzioni. La sentenza attesa da più di 5 anni ha aperto la cronaca del 2019. Era l’11 gennaio quando il giudice monocratico del tribunale di Avellino Luigi Buono ha letto il dispositivo per i 15 imputati nel processo della strage del bus Acqualonga, dove persero la vita 40 pellegrini di ritorno da Pietrelcina. Il processo durato più di 4 anni ha visto l’assoluzione, tra la rabbia dei parenti, dell’Ad di Autostrade Giovanni Castellucci, la condanna più pesante invece è stata quella per il proprietario dell'agenzia che noleggiò il bus partito da Pietrelcina, in provincia di Benevento, e di ritorno a Pozzuoli, dopo una gita di tre giorni. Gennaro Lametta è accusato di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, falso in atto pubblico. I funerali celebrati il giorno prima, e il 31 luglio 2013 la procura della Repubblica di Avellino emette i primi avvisi di garanzia. Tre giorni dopo l'incidente viene sequestrato anche il tratto del viadotto Acqualonga a Monteforte Irpino, in direzione Napoli dove si è verificato l'incidente. Qualche giorno dopo sarà sequestrata anche la scarpata, che è di proprietà privata. Ma la sentenza del tribunale di Avellino ha aperto altre inchieste, mettendo in discussione la pericolosità di altri viadotti in tutta Italia. Il procuratore Rosario Cantelmo ha chiesto e ottenuto il sequestro di altri viadotti lungo il tratto autostradale che percorre l’intera Italia.

Gli arresti al'asilo di Solofra

Un altro fatto di cronaca che è rimbalzato su tutti i media nazionali è stata l’inchiesta su presunti abusi e violenze nell’asilo di Solofra. Siamo al 5 giugno. Per onor della cronaca dobbiamo anche precisare che l’inchiesta, che ha portato a diversi arresti di docenti, è stata poi smontata e ha avuto sviluppi ben diversi da quelli formulati dall’accusa. Tutti i docenti sono stati scagionati.

Lotta ai clan

Anche la lotta alla criminalità organizzata non si è mai arrestata. Il primo agosto i carabinieri hanno arrestato 5 esponenti del clan Graziano. Secondo la Dda di Napoli volevano mettere in atto un attentato contro il clan rivale dei Cava. Nel mirino dei Graziano c’era Salvatore Cava, figlio del boss morto Biagio, insieme alla madre Rosalba Fusco. Con un fucile di precisione, i killer dei Graziano si allenavano utilizzando un manichino. Lo hanno ritrovato nelle infinite campagne di Quindici, i carabinieri Cacciatori Puglia del Gargano  ai quali avevano chiesto aiuto i colleghi di Avellino. Bianco, dalle sembianze femminili, residuo di una boutique visto che presentava anche un cinturino sul punto vita. Il fantoccio risulta stato colpito all'altezza del cuore, da due proiettili sparati con un fucile di precisione.

L'incendio Ics

A settembre Avellino viene colpita da un tragico evento. L’incendio della fabbrica che produce batterie per le auto. La Ics di Pianodardine è andata a fuoco il 15 settembre, le fiamme hanno sprigionato una enorme nube di fumo e tutti hanno temuto il peggio. C’è stato un allarme diossina, i sindaci del comprensorio hanno vietato il consumo di frutta e verdura per qualche giorno. E’ stata aperta un’inchiesta per chiarire le cause. Indagine ancora in corso.

L'ergastolo per il killer di Tornatore

Il 2019 è stato l’anno delle sentenze clamorose. Oltre a quella per la strage bus a fine settembre c’è stata la condanna all’ergastolo con isolamento diurno per Francesco Vietri, il 56enne di Montoro accusato dell'omicidio di Michele Tornatore, ucciso nell’aprile del 2017 nelle campagne di Contrada. E' la sentenza della Corte d'Assise del tribunale di Avellino, presieduta dal giudice Luigi Buono, a latere il giudice Giulio Argenio, che ha condannato anche Pasquale Rainone, 31enne di Fisciano, a sei anni di reclusione. Vietri era accusato di concorso in omicidio e distruzione di cadavere. Anche Rainone era accusato degli stessi reati, per lui però era caduta in Cassazione l’aggravante mafiosa.

Aste giudiziarie e clan Partenio

Sempre nell’ambito della cronaca giudiziaria ci sono stati fatti che hanno scosso l’Avellino bene. La Procura di Avellino ha indagati in alcuni settori delicati come quelli delle aste giudiziarie. A collaborare con la procura avellinese il pool della Dda di Napoli che ha emesso 23 arresti e indagato diverse persone tra cui numerosi professionisti. Alla sbarra anche i capi dell’organizzazione criminali denominata clan Partenio, i fratelli Galdieri. Ma non solo. Tra gli arrestati anche l’ex consigliere comunale della Lega Damiano Genevose, figlio del Boss Amedeo. Per lui il gup deciderà a gennaio 2020.

L'alluvione

E l’anno si è chiuso con un tragico evento. Il maltempo ha messo in ginocchio diversi comuni. Primo fra questi San Martino Valle Caudina. Il comune è stato distrutto da una colata di fango. Il fiume tombato si è ingrossato e ha creato una voragine nella piazza principale. Nei giorni scorsi sono arrivati nel comune caudino le massime autorità per esprimere vicinanza alla comunità. Anche la frazione di Celzi di Forino è stata sommersa da fanno e acqua. Diverse le famiglie che sono state evacuate a causa dell’acqua alta.