Bomba al testimone nel processo di camorra: una condanna

Quattro anni e 4 mesi inflitti dal gup di Napoli. Il pm aveva chiesto per Vitale 5 anni e 8 mesi

bomba al testimone nel processo di camorra una condanna
Pago del Vallo di Lauro.  

Quattro anni e quattro mesi per Luigi Vitale di Pago Vallo Lauro, imputato per aver posizionato una bomba carta sotto la macchina dell'imprenditore Patrizio Donnarumma, quest'ultimo testimone del processo all'ex amministrazione di Pago Vallo Lauro. Questa mattina il gup del tribunale di Napoli ha condanno il 49enne, ritenuto vicino al clan Cava, con l'accusa di «violenza e minaccia per costringere a commettere un reato, cessione e detenzione di materiale esplosivo, induzione alla falsa testimonianza - con l'aggravante di aver agito con modalità mafiose». 

La vicenda nasce proprio durante un altro processo, quello contro gli amministratori di Pago Vallo Lauro, tra cui figurava anche l'ex sindaco Giuseppe Corcione.  

La sera del 21 giugno 2018 a Bosagro di Quindici venne posizionata una potente bomba carta sull'auto in sosta dell'imprenditore Patrizio Donnarumma, titolare di un'azienda edile e di movimento terra a Fontenovella di Lauro, alla vigilia della sua deposizione nel procedimento penale per infiltrazioni camorristiche che si stava svolgendo al tribunale di Avellino. L'imprenditore 40enne non cedette però all'atto intimidatorio: il giorno dopo si recò regolarmente al Tribunale collegiale di Avellino per far sentire in aula la sua versione dei fatti.

L'imprenditore confermò in aula larga parte delle accuse di estorsione mosse proprio nei confronti di Vitale. Donnarumma sostenne di aver rifornito il 48enne di Pago materiali edili per i lavori a una casetta in costruzione in località san Pietro a Pago e di non essere stato pagato per mesi. Inoltre, l'imprenditore di Quindici rivelò che Vitale picchiò il suocero perché non gli aveva mandato una pala meccanica e che in un'altra occasione gli sbarrò la strada con l'auto in compagnia di alcuni familiari tentando di aggredirlo perché non gli aveva consegnato del materiale.

La testimonianza di Donnarumma fu molto utile alle indagini del carabinieri del reparto operativo di Avellino, tant'è che dopo due anni dall'episodio, Vitale venne arrestato e oggi per lui la dura condanna.