Gli orrori delle brigate rosse e quell'appello di Paolo VI caduto nel vuoto

L'assassinio di Aldo Moro e la barbara uccisione di diversi magistrati nel libro di Andrea Covotta

gli orrori delle brigate rosse e quell appello di paolo vi caduto nel vuoto

I costruttori di equilibri politici, dalla Repubblica dei partiti a quella dei leader...

Ariano Irpino.  

La storia politica italiana del dopoguerra, analizzata attraverso la lungimirante visione di alcune personalità che hanno costruito gli equilibri politici del Paese. Dopo la caduta del fascismo, la crescita dell’Italia si è realizzata prima con l’esperienza del centrismo degasperiano e poi con il centro sinistra guidato da Fanfani e Moro. Fasi politiche che hanno accompagnato lo sviluppo sociale ed economico e restituito al Paese una credibilità internazionale.

E’ la traccia che ci porta a leggere l’interessante libro del giornalista Andrea Covotta, responsabile Rai Quirinale, ex vice direttore del giornale radio Rai e Tg2, nonché autore di diverse pubblicazioni.

I costruttori di equilibri politici, dalla Repubblica dei partiti a quella dei leader è il titolo del suo ultimo lavoro, che verrà presentato questa sera nella sua città, ad Ariano Irpino, all’interno della villa comunale zona cedro libanese alle 18.30. Evento promosso dall’associazione 2020 e patrocinato dal Comune. Introduzione affidata a Giovanna La Porta giornalista, vice presidente associazione 2020, Grazia Vallone docente e consigliere comunale, Enrico Franza sindaco di Ariano Irpino. A seguire gli interventi dell’autore Andrea Covotta, del Vescovo Sergio Melillo e del docente dell’Università degli Studi di Salerno Domenico Fruncillo. Modera i lavori il giornalista Ansa Norberto Vitale. L’ingresso sarà organizzato nel pieno rispetto delle norme anti covid.

Nel libro si fa riferimento al 1978 un anno cruciale per l’Italia. Il 16 marzo il rapimento Moro e la sua barbara uccisione avvenuta due mesi dopo, il 9 maggio, nonostante l’impegno in prima persona, di Paolo VI, morto d’infarto tre mesi dopo. Montini indirizzò egli stesso un appello diretto, a cuore aperto alle Brigate Rosse senza però ottenere risposta: “Vi prego in ginocchio, liberate l’onorevole Moro, semplicemente senza condizioni, non tanto per motivo della mia umile e affettuosa intercessione ma in virtù della sua dignità di comune fratello in umanità.”

Un anno terribile e tragico per il Paese è anche il 1980, non solo legato all’assassinio di Piersanti Mattarella. In una sequenza funesta, cadono sotto i colpi dei terroristi e della criminalità mafiosa numerosi magistrati: Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Guido Galli, Mario Amato, Gaetano Costa. Uomo di legge è anche Vittorio Bachelet, protagonista del filone culturale del cattolicesimo democratico, come Aldo Moro e Piersanti Mattarella, e come loro, anche lui barbaramente ucciso. Uomini che hanno fatto del dialogo e dell’inclusione la loro principale virtù politica. Il tema poi delle riforme interrotte: "Del martire antifascista Giacomo Matteotti è stato scritto che l’episodio più noto della sua vita è coinciso con la data della morte. E’ quello che è accaduto a Roberto Ruffilli, vittima dei colpi sparati dai brigatisti nella primavera del 1988, a soli pochi giorni dagli omicidi di Piersanti Mattarella e Vittorio Bachelet e a dieci da delitto Moro."

Una lettura, con luci e ombre. Covotta ha riannodato il filo di vari eventi tragici mettendoli in analogia col periodo attuale, caratterizzato da una eccessiva personalizzazione e co il passaggio dalla rappresentanza alla rappresentazione. Metaforicamente, quindi, si può dire che la politica dell’equilibrio e della mediazione sia rimasta chiusa all’interno del bagagliaio di una Renault 4 rossa.