"Abusata dal patrigno", bimba di 11 anni dinanzi al Gip

Ascoltata questa mattina in Questura nell'incidente probatorio fissato nell'inchiesta su un 53enne

abusata dal patrigno bimba di 11 anni dinanzi al gip

La difesa: incongruenze nel suo racconto. Il legale della parte offesa: dichiarazioni coerenti con quelle iniziali

Ariano Irpino.  

La difesa, rappresentata dall'avvocato Giuseppe Caturano, ritiene di aver individuato alcune incongruenze nel suo racconto, che l'avvocato Giovanni Pratola, legale della parte offesa, considera invece assolutamente coerente con quello reso inizialmente da una bimba di 11 anni. Questa mattina è stata ascoltata per circa due ore in Questura, a Benevento, con il supporto di una psicologa, nell'incidente probatorio - serve a cristalizzare la prova prima del dibattimento - fissato dal gip del Tribunale sannita Pietro Vinetti nell'inchiesta a carico di un 53enne di Ariano Irpino, patrigno della piccola, che dallo scorso 22 luglio è in carcere con l'accusa di violenza sessuale aggravata.

Una storia delicatissima, riecheggiata alla presenza del sostituto procuratore Maria Colucci, dei legali ma non dell'indagato, assente. Meno di due mesi fa era stato colpito da una ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Vincenzo Landolfi, su richiesta del pm Maria Dolores De Gaudio, e successivamente confermata dal Riesame.

Il provvedimento restrittivo adottato era stato l'epilogo di un'attività investigativa avviata dal Commissariato di Ariano Irpino e poi proseguita dalla sezione di pg presso la Procura. Alla polizia si era rivolta il 25 giugno, dopo una lite scoppiata qualche giorno prima, la madre della piccola, che aveva rinvenuto nella nella camera da letto della figlia una lettera in cui lei descriveva gli atti sessuali che avrebbe subito per un paio di anni.

Un lasso di tempo nel corso del quale l'uomo, approfittando dell'assenza della moglie dovuta a motivi di lavoro, l'avrebbe avvicinata “con fare apparentemente tenero, simulando dei giochi o facendole credere di volerle dare affetto”, aveva scritto in una nota il Procuratore Aldo Policastro, ed avrebbe ripetutamente allungato le mani su di lei, palpeggiandola.

Un caso da 'Codice rosso', l'11enne era stata subito sentita dagli investigatori: le sue affermazioni, sostiene l'accusa, “avevano trovato piena e puntuale conferma nelle fonti di prova dichiarative e documentali raccolte all’esito di meticolose e tempestive indagini, anche di natura informatica”.

Il passo successivo era stato l'arresto, ordinato, “oltre che per la gravità indiziaria, per la sussistenza di un concreto ed attuale pericolo di reiterazione di analoghi delitti, avendo il Giudice delle Indagini Preliminari rilevato la totale incapacità dell’indagato di controllare gli istinti sessuali”.