Incidente mortale sull'A16, la Procura apre indagini su 56enne irpino

Disposta l’autopsia e una perizia cinematica per fare piena luce sulla morte del 42enne di Somma

incidente mortale sull a16 la procura apre indagini su 56enne irpino
Avellino.  

La Procura di Nola ha iscritto nel registro degli indagati un cinquantaseienne di Avellino, E. P., con l’ipotesi di reato di omicidio stradale, per il tragico incidente costato la vita nella serata di venerdì 25 marzo 2022 a Pasquale La Rocca D’Avino, di appena 42 anni, di Somma Vesuviana, e il ferimento di altre otto persone, tra cui un’amica che viaggiava con la vittima, G. D. M., ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Avellino.

Il Pubblico Ministro titolare del procedimento penale, la dott.ssa Patrizia Mucciacito, ha altresì disposto un doppio accertamento tecnico irripetibile: l’autopsia sulla salma per verificare con precisione le cause del decesso e le lesività, e una perizia cinematica per stabilire la complessa dinamica e tutte le responsabilità del tremendo maxi-tamponamento verificatosi sull’Autostrada A16 Napoli-Canosa, al km 18,7 in direzione Napoli, tra i caselli autostradali di Baiano e Tufino, nel territorio comunale di Casamarciano.

I due incarichi sono stati conferiti lunedì 28 marzo, negli uffici giudiziari in Reggia Orsini, rispettivamente al medico legale dott. Antonio Palmieri e all’ing. Guido De Joanna. L’esame autoptico è stato effettuato subito dopo, a seguire, e non ha fatto che confermare come la morte di La Rocca D’Avino sia stata determinata dal gravissimo trauma cranico conseguente all’incidente e compatibile in toto con un violento tamponamento: alle operazioni peritali ha partecipato anche il dott. Luca Lepore quale medico legale di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui i congiunti del 42enne, attraverso il consulente personale dott. Vincenzo Carotenuto, si sono rivolti per essere assistiti, in collaborazione con l’avvocato penalista del foro di Santa Maria Capua Vetere Vincenzo Cortellessa. Nei prossimi giorni, quindi, inizieranno anche le operazioni del consulente cinematico, a partire dalla disamina dei mezzi coinvolti e posti sotto sequestro giudiziale.

La vittima stava tranquillamente procedendo per la sua strada con la sua Fiat 600, con a bordo l’amica, si trovava nella corsia di destra e non viaggiava a velocità elevata, considerato anche il tipo di auto condotta, quando, per motivi oggetto dell’inchiesta, è stato tamponato dalla Mercedes condotta dall’indagato, che sopraggiungeva invece a velocità sostenuta. In seguito al violentissimo impatto da tergo la vittima avrebbe perso il controllo del suo veicolo, che è dapprima finito contro il guardrail per poi rimbalzare in strada andando a scontrarsi con altre due auto ferme per un precedente, lieve tamponamento. Per estrarre i due occupanti dalle lamiere contorte di ciò che restava dell’utilitaria, letteralmente disintegrata, sono dovuti intervenire i vigili del fuoco di Avellino: sul posto sono accorsi pure gli agenti della Polizia Stradale di Avellino Ovest e le ambulanze del Suem.

La passeggera è stata condotta all’ospedale di Avellino in condizioni gravi, come altri due occupanti delle altre auto coinvolte, F. G. e V. D., anche loro parti lese nel procedimento a carico di E. P. in ragione della prognosi elevata: uno, in particolare, si troverebbe ancora in prognosi riservata. Ma loro, almeno, se la caveranno: non c’è stato invece nulla da fare per il quarantaduenne, che indossava regolarmente la cintura di sicurezza, ma non gli è bastato, troppo forte l’urto posteriore e troppo pesanti i traumi riportati.

Pasquale La Rocca D’Avino lascia in un dolore immenso la mamma Carpinella e i quattro fratelli Luigi, Carolina, Annamaria e Patrizio, oltre ai nipoti a cui era legatissimo, che gli hanno dato l’estremo saluto martedì 29 marzo, a Somma Vesuviana. La famiglia, così come Studio3A, ha accolto con estremo favore l’attenzione del magistrato inquirente per il caso del proprio caro: i congiunti infatti, prima ancora che giustizia, chiedono che sia fatta chiarezza sui fatti e sul perché sia potuto succedere un incidente di quel genere.