di Paola Iandolo
Subappalto illecito per la manutenzione del verde pubblico in città: emessa sentenza di assoluzione per particolare tenuità del fatto nei confronti di un dipendente comunale e sentenza di non luogo a procedere per la stessa circostanza nei confronti di un tecnico comunale e di due imprenditori. A stabilirlo il gup del Tribunale di Avellino, Paolo Cassano al termine dell’udienza preliminare.
Rito abbreviato
Assolto per la particolare tenuità del fatto Emilio Aquilone, dipendente del Comune di Avellino con la mansione di addetto al “verde pubblico” e direttore dei lavori aggiudicati nel 2019 per il “servizio di manutenzione ordinaria della gran parte delle aree a verde pubblico”, difeso dal penalista Gerardo Di Martino, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. La Procura aveva chiesto nei suoi confronti una condanna a nove mesi di reclusione con pena sospesa.
Sentenza di proscioglimento
Prosciolti per la particolare tenuità del fatto gli altri tre imputati: Vito Guerriero, responsabile del servizio “Verde Pubblico” del Comune di Avellino, nonché responsabile unico del procedimento amministrativo e direttore dell’esecuzione del contratto d’appalto per il servizio di manutenzione ordinaria di gran parte delle aree verdi della città capoluogo, difeso dal penalista Nello Pizza e di Vincenzo Crisci, difeso dal penalista Francesco Perone, che era il titolare dell’impresa aggiudicataria dell’intervento di manutenzione del verde pubblico fino al 31 dicembre 2019 per un totale di circa 123mila euro e Gaetano Ciccarella, titolare della società Sava srl, che si sarebbe occupata di fatto delle opere, senza alcuna autorizzazione formale al subappalto, difeso dall’avvocato Benedetto Vittorio De Maio.
L’inchiesta
Ad indagare sulla vicenda i militari delle Fiamme Gialle coordinati dal pubblico ministero Luigi Iglio, dopo la denuncia della Polizia Municipale del novembre del 2008. Nella denuncia fu messo in evidenza che i lavori fossero stati compiuti dall’impresa avellinese e non dalla aggiudicataria sulla piattaforma Mepa, ovvero dall’azienda Crisci. Situazione verificatasi in almeno altre tre casi (due piante al Cimitero di Avellino, sfalcio in Piazza Muscetta e pulizia Perna-Alighieri) non aveva operato l’impresa Crisci, bensì quella di Avellino. Si dovranno ora attendere le motivazioni della sentenza.
