di Paola Iandolo
I giudici della V Sezione Penale della Corte di Cassazione hanno accolto l'istanza di dissequestro del telefonino dell'indagato D.M., candidato ad un posto di vigile urbano ad Avellino, bloccato l’undici gennaio scorso prima della prova orale dai militari del Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Avellino. Un annullamento del sequestro, ottenuto dall'avvocato Gaetano Aufiero, senza rinvio ad una nuova valutazione del Riesame che di fatto potrebbe avere anche effetti sugli atti finiti nel maxifascicolo dell’inchiesta “Dolce Vita”.
La ricostruzione
I magistrati del Tribunale del Riesame per le misure reali, in diversa composizione rispetto alla precedente udienza (per cui era scattato l’annullamento), ovvero il collegio presieduto dal giudice Gianpiero Scarlato e composto dai magistrati Pierpaolo Calabrese e Lorenzo Corona avevano confermato il sequestro eseguito dai militari delle Fiamme Gialle. La difesa del ventiseienne candidato aveva già sollevato la nullità degli atti che avevano portato al nuovo provvedimento di carattere probatorio firmato dal pm Vincenzo Toscano ed eseguito dai militari del Nucleo Pef della Gdf di Avellino. Le motivazioni saranno depositate tra due settimane.
Le intercettazioni
"Gli ho fatto un pacco… non si trattava delle domande del concorso per vigili urbani di Avellino, piuttosto di domande scaricate da internet e relative ad un concorso espletato a Brindisi per vigili urbani". Questa la versione fornita dall’ex sindaco Gianluca Festa, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Giulio Argenio e subito smentita da ulteriori indagini dei carabinieri. Gli inquirenti hanno accertato la corrispondenza tra il materiale ricevuto e fotografato dall’indagato Davide Mazza (candidato al concorso per vigili urbani indetto dal comune di Avellino) il 13 dicembre 2023 e quello relativo alle prove espletate il giorno successivo a Palazzo di Città.
