Avellino, morto dopo il pestaggio, Ciambriello: "Ora giustizia e verità"

Il garante dei detenuti denuncia un muro di omertà nel carcere avellinese

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Avellino.  

di Paola Iandolo

"Ho la netta sensazione che nel carcere di Bellizzi Irpino ci siano mura di silenzio, paura e omertà". La denuncia arriva dal garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello dopo la morte del detenuto ventiseienne di Barra, Paolo Piccolo, massacrato di botte nella cella del carcere. "Ora chiediamo giustizia e verità per Paolo. L'abbiamo chiesta fin dall'inizio, non appena abbiamo appreso del pestaggio del ventiseienne arrivato dal carcere di Frosinone a Bellizzi Irpino a settembre 2024. A distanza di un anno dalla sua aggressione continuiamo a chiedere giustizia e verità".

"Il carcere di Bellizzi Irpino è un vero colabrodo, pochi uomini e sistemi in tilt. Mi chiedo quella notte quanti agenti erano di turno e come hanno fatto tutti quei detenuti ad arrivare alla cella di Paolo. Hanno dovuto aprire quattro, cinque, sei cancelli. Tutto questo come è stato possibile".  Domande condivise anche dai familiari di Paolo, che meritano risposte urgenti.

 Anche uno dei legali nominato dai familiari di Paolo Piccolo, l'avvocato Costantino Cardiello sostiene che "qualcosa non ha funzionato". Aspetti sui quali nei prossimi giorni il difensore accenderà i riflettori. "Si andrà a verificare che cosa non ha funzionato in quell'istituto penitenziario, nonostante la carenza di personale che purtroppo è alla base di queste disfunzioni, ma un segnale ai familiari va dato dallo Stato che non ha saputo garantire la vita di questo giovane".