Avellino, concorso al Moscati: candidato assolto, commissario d'esame condannato

Il candidato, testimone di nozze del commissario d'esame è stato assolto in appello

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Avellino.  

di Paola Iandolo

Commissario di esame e candidato per il posto di primario al Moscati di Avellino: arriva la riforma in Appello, della sentenza di primo grado per uno dei due medici condannati dal giudice monocratico del Tribunale di Avellino a tre mesi, con pena sospesa e non menzione nel casellario. I due erano accusati di falso in atto pubblico commesso da privato, perché il commissario di esame, di cui il candidato era stato testimone di nozze, non avrebbe indicato nella documentazione relativa alle cause di incompatibilità per comporre la commissione esaminatrice, la circostanza di aver avuto uno dei candidati come testimone alle sue nozze nell’anno 2014, per cui avrebbe dovuto astenersi. I giudici della IV Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli hanno riformato la sentenza nei confronti di Brenno Fiorani (candidato e vincitore del concorso), difeso dall’avvocato Benedetto Vittorio De Maio, mandandolo assolto “per non aver commesso il fatto” e hanno confermato invece la condanna di primo grado per Giampaolo Luzi (commissario d’esame e primario del reparto di Cardiochirurgia dell'ospedale di Potenza) difeso dagli avvocati Ugo Nicotera e Fernando Taccone. Le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni.

Il processo era nato dalla denuncia sporta da uno dei candidati, il quale all’epoca dei fatti svolgeva le funzione di responsabile del Reparto di Cardiochirurgia del Moscati costituito in giudizio e assistito dall’avvocato Aniello Quatrano del Foro di Nola, che aveva rappresentato al pubblico ministero di aver ricevuto a casa, nell’agosto del 2019, un plico contenente il certificato di matrimonio di uno dei componenti la commissione esaminatrice, il dottore Giampaolo Luzi, da cui risultava che tra i testimoni di nozze vi fosse proprio il dottore Brenno Fiorani. Una circostanza su cui la Procura aveva successivamente svolto accertamenti sia con i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino che si erano occupati dei tabulati telefonici, che con le Fiamme Gialle della Sezione di polizia giudiziaria della Procura, che avevano eseguito tutti gli altri accertamenti.