Monterforte, scacco al Clan Russo: arrestato un candidato alle amministrative

L'irpino è accusato di esercizio di gioco d'azzardo aggravato dalle finalità mafiose

monterforte scacco al clan russo arrestato un candidato alle amministrative

Si tratta di Giovanni Mazzola, 38 anni, candidato nella lista 'È ora'

Avellino.  

Un candidato alle elezioni amministrative di Monteforte Irpino è stato arrestato per la gestione di un centro scommesse, mentre esponenti della maggioranza a Cicciano e di opposizione a Casamarciano avrebbero accettato l'accordo con il clan Russo, per procacciare voti.

Si tratta di Giovanni Mazzola, 38 anni, candidato nella lista 'È ora', a sostegno della candidatura a sindaco di Fabio Siricio. Nei suoi confronti è stata eseguita la misura cautelare degli arresti domiciliari per il reato di esercizio abusivo di giochi e scommesse aggravato dalle finalità mafiose. I fatti oggetto dell'indagine risalgono a un periodo antecedente alla sua candidatura

È quanto emerge dalle indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna (colonnello Paolo Leoncini, maggiore Andrea Coratza) con il supporto del Comando Provinciale di Napoli (generale Biagio Storniolo) e coordinato dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli (procuratore Nicola Gratteri, aggiunto Sergio Ferrigno, sostituto Henry John Woodcock) che ha portato all'esecuzione di 44 ordinanze di custodia cautelare (34 in carcere hanno, 10 ai domiciliari) reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata all'esercizio abusivo di giochi e scommesse, estorsione, tentata estorsione, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare i clan Licciardi e Russo, oltre che di scambio elettorale politico-mafioso. 

 

L'irpino è accusato di esercizio di gioco d'azzardo aggravato dalle finalità mafiose. Ma non è tutto: le indagini hanno fatto luce su presunti accordi siglati tra esponenti della maggioranza a Cicciano e dell'opposizione a Casamarciano con il clan Russo, finalizzati a procacciare voti in cambio di favori.

L'accusa, pesantissima, è quella di scambio elettorale politico-mafioso.