Monteforte, il candidato sindaco Siricio: "Mazzola non fa più parte della lista"

Le condotte contestate al 38enne: all'epoca delle indagini non era un politico e non era candidato

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Monteforte Irpino.  

di Paola Iandolo 

"Apprendiamo con stupore e sgomento dal comunicato del Comando dei Carabinieri di Castello di Cisterna che un nostro candidato è stato raggiunto stamane da una misura cautelare disposta dall’autorità giudiziaria per fatti risalenti nel tempo e non riconducibili al suo recente impegno politico. Tale vicenda giudiziaria ci ha profondamente rattristato.

È inutile dire che Gianni quando ha accettato la candidatura nella lista di Monteforte Irpino, era immune da pregiudizi penali e nessuno era a conoscenza di indagini in corso a suo carico. Con il massimo rispetto per le Istituzioni e per il prosieguo delle indagini in corso, confidiamo in un atto di responsabilità da parte dell’interessato affinché possa concentrare tutti i suoi sforzi nella propria difesa, mettendo da parte il proprio impegno elettorale". A sostenerlo il candidato a sindaco Fabio Siricio.

"Quale candidato Sindaco, dichiaro a gran voce che è necessario alzare le difese della comunità e per questo ringrazio le forze dell’ordine e la Magistratura, con cui collaboreremo sempre fattivamente, trovandoci sempre al loro fianco. Le recenti vicende giudiziarie dimostrano che chi fa politica, diversamente da quanto populisticamente si ritiene, corre rischi altissimi soprattutto in contesti ambientali difficili come il nostro. Riguardo all’estraneità dei fatti contestati all’impegno elettorale in corso, riportiamo testualmente quanto dichiarato stamattina in conferenza stampa dal comando dei Carabinieri. Come chiarito dagli inquirenti, pertanto, i fatti a oggi ascrivibili al candidato Giovanni Mazzola, nulla hanno a che vedere con lo svolgimento delle elezioni amministrative in corso e coinvolgono esclusivamente la sua sfera personale, pertanto, nessun eventuale tentativo di speculazione potrà avere successo".

"Ovviamente non potevo e non potevamo essere a conoscenza dei fatti oggetto di indagine oggi al vaglio della magistratura inquirente e tutt’ora ricoperti dal segreto. La politica, così come da noi interpretata, deve dare l’esempio e quindi, in linea con i nostri principi di legalità e trasparenza, chiedo ai miei concittadini di considerare Giovanni Mazzola come non più facente parte della lista "E'Ora".

Al termine della conferenza stampa è stato precisato - dagli stessi inquirenti -  che le contestazioni non sono legate all'attività politica. "All'epoca delle indagini Mazzola non era politico, non era un candidato e dunque l'inchiesta non riguarda l'atttività politica".  Nei suoi confronti è stata eseguita la misura cautelare degli arresti domiciliari per il reato di esercizio abusivo di giochi e scommesse aggravato dalle finalità mafiose.

I fatti oggetto dell'indagine risalgono a un periodo antecedente alla sua candidatura.  È quanto emerge dalle indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna (colonnello Paolo Leoncini, maggiore Andrea Coratza) con il supporto del Comando Provinciale di Napoli (generale Biagio Storniolo) e coordinato dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli (procuratore Nicola Gratteri, aggiunto Sergio Ferrigno, sostituto Henry John Woodcock) che ha portato all'esecuzione di 44 ordinanze di custodia cautelare (34 in carcere e 10 ai domiciliari) per i reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata all'esercizio abusivo di giochi e scommesse, estorsione, tentata estorsione, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare i clan Licciardi e Russo, oltre che di scambio elettorale politico-mafioso.