"Strada dell'alto medioevo a Montoro"

Il racconto di Carmine Petraccaro, attento studioso del territorio montorese

strada dell alto medioevo a montoro

Riceviamo e pubblichiamo...

Montoro.  

Andare alla ricerca di itinerari meno noti nella campagna montorese per apprezzare al meglio da vicino la natura a tratti selvaggia del luogo, nell’ambito dei percorsi promossi da Macchiarella Trekking, ma anche nella speranza di ritrovare manufatti del passato, come è già accaduto con i ricoveri in legno e le grotte chiamate carcare eghiacciaie, mi ha portato ad individuare un’opera d’arte che da oltre un millennio segna il territorio montorese: una strada-canale.

La strada - canale certamente si collegava in alto alla strada di collegamento tra Salerno e Avellino. La strada a tratti ben conservata, come ben visibile nella documentazione fotografica allegata, probabilmente si è salvata non perché qualcuno avesse coscienza del suo valore culturale ma perché a tratti proteggeva e protegge gli appezzamenti di terreno dei confinanti, nessuno dei quali si è fatto scrupolo di aprire varchi, distruggendo un’opera meravigliosa, sintesi di struttura, funzione e forma: opera idraulica ante litteram.
In realtà questa, che può giustamente essere considerata anche una delle prime opere idrauliche della valle, raccoglieva l’acqua dell’alveo a monte e quella del crinale nord-ovest della collina per convogliarla in una vasca a volta che sarà oggetto di accurate ricerche e che serviva come riserva idrica da utilizzare per l’irrigazione dei campi.

La natura e la tecnica costruttiva della pavimentazione fanno capire che i manovali del tempo avevano approfondito bene la tecnica romana anche se la tipologia e la natura dei materiali è diversa. La disposizione geometrica dei conci, visibile nelle foto, a tratti diversificata, attribuisce all’intera pavimentazione una tenuta maggiore soprattutto quando il canale veniva percorso dall’acqua.

Quanto ai muri che costeggiano l’intero tratto, a parte le stuccature, risultano realizzati con conci grossolanamente squadrati ma di natura diversa da quelli della pavimentazione. Si alternano, infatti, calcare ed arenaria il che dimostra quanta consapevolezza avessero nella scelta dei materiali a seconda del lavoro diverso a cui dovessero essere sottoposti.

Le foto scattate meglio raccontano in questa fase di studio il manufatto. Appena possibile saranno effettuati formali rilievi e approfondimenti anche materici, il tutto, considerato anche l’interesse archeologico, finalizzato a vincolare il manufatto ai sensi delle leggi 1089 e 1497/1939. Di tanto saranno informate la Soprintendenza per i Beni e le Attività culturali e l’Università degli Studi di Salerno.