Il ricorso al Tar dei piccoli comuni contro le unioni coatte

L'iniziativa di Asmel. Rischio accorpamento per Teora

Teora.  

Contro il commissariamento previsto da una circolare ministeriale nasce una battaglia giudiziaria che parte dalla Campania e ha già avuto una pioggia di adesioni in tutt’Italia I dati: ogni abitante dei comuni con oltre 15mila abitanti costa allo Stato 200 euro all’anno più dell’abitante dei piccoli comuni. Nel giorno del confronto tra Renzi e i sindaci “ribelli” delle grandi città metropolitane arriva un altro colpo per il governo con la presentazione di un ricorso al Tar da parte dei piccoli comuni contro la circolare del Ministero dell’Interno (12 Gennaio 2015) che ha previsto il commissariamento per i comuni inadempienti alla norma sull’accorpamento coatto delle funzioni comunali.

L’iniziativa parte da Asmel, l’associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, che raggruppa oltre 2200 Comuni in tutt’Italia e che si è costituita come espressione esponenziale dei 5700 comuni italiani a rischio accorpamento, affiancando nel ricorso al Tar Campania i comuni di Liveri (NA), Dragoni (CE), Baia e Latina (CE), Buonalbergo (BN) e Teora.

Nel ricorso, che parte dalla Campania in virtù dell’esistenza anche di una legge regionale che, in applicazione della norma nazionale, ha già individuato gli ambiti territoriali entro cui i Comuni devono esercitare congiuntamente le loro funzioni fondamentali, e attacca formalmente, l’atto amministrativo ministeriale, c’è in realtà un attacco ben più ampio alla norma sull’accorpamento coatto dei piccoli comuni in merito alla quale nel ricorso, preparato dal noto amministrativista Aldo Sandulli, viene richiesto anche il rinvio alla Corte Costituzionale per la verifica di costituzionalità.

L'accorpamento coatto dei piccoli comuni, è un provvedimento varato nel 2010 dall’ultimo governo Berlusconi ma che non è mai riuscito a trovare attuazione. Nella sua ultima versione (legge 135/2012) prevede l’obbligo per i comuni con meno di 5mila abitanti di esercitare in forma associata (con unione da almeno 10mila abitanti) le funzioni fondamentali.