Lo avevamo incontrato qualche settimana fa al Centro Don Orione, a Savignano Irpino. Era su una sedia a rotelle, triste, muto e con le lacrime agli occhi. Quasi come se non voleva farsi vedere da noi ammalato all'interno di quella struttura sanitaria, lui che non si arrendeva mai nella vita, camminando sempre con quel passo veloce inconfondibile, cappellino in testa e lavorando in maniera instancabile nelle campagne. Una roccia di uomo, di quelli che non conoscono fatica, dal cuore buono.
Lo chiamavano Lunardo e a Camporeale quest'uomo così buono, una sorta di mascotte del Pollastriello era riuscito a guadagnarsi la stima e l'affetto di tutti tanto da essere considerato un simbolo della sua contrada.
Sacrestano prediletto di Don Giuseppe Colantonio negli anni 80, grande camminatore, con quel sorriso unito alla sua simpatia ha divertito tante generazioni. Amava ballare, sorridere e far sorridere e soprattutto stare con i giovani perchè si sentiva vivo e forte come loro. Ad ogni simpatico sfottò lui rispondeva col sorriso e una battuta sempre pronto.
Immancabile la sua presenza alle giornate del ringraziamento in piazza plebiscito, la sua festa preferita che attendeva con gioia ogni anno. Ha lottato anche lui nel 2004 contro la discarica di Difesa Grande, facendo parte della gente del bivio. Giungeva a piedi come era solito fare, a tutte le ore del giorno per far sentire la sua presenza in quei giorni critici della protesta a difesa dell'ambiente. E a tutti ripeteva, lui che voleva capire, sapere: "Che si rice di sta munnezza". Da Camporeale un abbraccio affettuoso a Leonardo, uomo d'altri tempi e simbolo di umiltà.
Gianni Vigoroso
