"Comuni in coomune", San Potito Ultra ci crede

Il sindaco Iandoli: "Fare sistema per dare più visibilità ai territori dell'Irpinia"

San Potito Ultra.  

Con l’ingresso di San Potito Ultra salgono a 35 le realtà amministrative coinvolte nell’iniziativa di marketing territoriale “Comuni in comune”. Il progetto è finalizzato ad una promozione efficiente e soprattutto coesa del territorio irpino, attraverso la reciproca promozione tra i comuni coinvolti. Il tutto a costo zero e con una visibilità che travalica gli usuali confini territoriali con cui le nostre eccellenze e i nostri eventi sono abituati ad essere promossi. Il Primo Cittadino di San Potito Ultra Francesco Saverio Iandoli è molto duro con l’attuale livello di promozione del turismo in Irpinia: “Ritengo che lasci molto a desiderare il modo in cui avviene attualmente la promozione del nostro territorio. Le classifiche parlano chiaro, non usciamo dalla stagnazione. I comuni fanno quello che possono, magari attraverso l’utilizzo di fondi europei, ma non si riesce ad andare oltre”. Il Sindaco imputa alla mancanza di coesione tra i Comuni e all’assenza di infrastrutture adeguate i motivi di tali carenze: “Per migliorare la visibilità in Irpinia occorre fare sistema. Ma va anche aumentata la qualità dell’offerta relativa all’accoglienza attraverso un’adeguata ricettività. Investire sulla promozione è chiaramente una naturale conseguenza di un’offerta appropriata”. Per indicare le azioni giuste ad attrarre e radicare il turismo in Irpinia, Iandoli fa l’esempio del Comune che amministra: “Qui a San Potito Ultra abbiamo strutture ristorative di livello ed una buona produzione vinicola, che vanno ad aggiungersi al prestigioso Museo del Lavoro e allo storico opificio di Contrada Ramiera, dove grazie al progetto del compianto Architetto Tartaglia è possibile ammirare un edificio di straordinario interesse storico. Ma purtroppo spesso non ci sono infrastrutture adeguate e senza di esse non è possibile produrre un turismo”. L’adesione a “Comuni in comune” prova a sopperire all’assenza di spirito corporativo che, per motivi campanilistici o pigrizia istituzionale, non sembra riuscire a realizzarsi nella nostra provincia: “il turismo religioso e quello legato all’enogastronomia possono essere i fattori vincenti del nostro territorio – chiosa Iandoli – ma solo aumentando l’offerta relativa alla ricettività si riuscirà ad uscire dallo stato attuale e creare una vera cultura in ambito turistico”. 

Redazione