L'Irpinia, i trattori e le radici della sacrosanta protesta dei contadini

Quando venni a sapere che il Lago di Conza stava sotto il controllo dell’acquedotto Pugliese

l irpinia i trattori e le radici della sacrosanta protesta dei contadini

Dal grano all'orzo fino all'abbandono già visibile negli anni '80

Avellino.  

La sfilata dei trattori per le strade di Avellino e dell’Irpinia mi hanno riportato alla mente il romanzo “Furore” di John Steinbeck e il film che ispirò. Le immagini dei contadini espulsi da una zona della California vanno alla ricerca di territori più ospitali. In Irpinia, ogni tanto vediamo marciare lavoratori, agricoltori e trattori, per richiamare l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica sulle loro cattive condizioni e sulla desertificazione di gran parte del comuni. Negli ultimi tempi, i furti, gli episodi di violenza e le auto usate come cavalli avvicinano l’Irpinia al Far West.

Purtroppo, quelli che si lamentano e “passeggiano” hanno le loro responsabilità per essere rimasti insensibili quando si cercava di coinvolgerli nel tentativo di concretizzare il consiglio di Rossi-Doria, “valorizzare le risorse”. Ancora più responsabili sono le varie associazioni di categoria, che avevano come scopo sociale, lo sviluppo del territorio. Il mio impegno politico e la conoscenza delle risorse (immense) mi hanno spinto a cercare sensibilizzare la classe dirigente affinché la smettesse di essere borbonica, consentendo ad altre Province e altre Regioni( Puglia e Basilicata) di prendere il controllo delle risorse irpine e utilizzarle per realizzare speculazioni economiche. Restai basito quando venni a sapere che il Lago di Conza stava sotto il controllo dell’acquedotto Pugliese, che aveva, per interesse della DC, anche un Ufficio in Via Tagliamento di Avellino.

Già negli anni ’80, il 60% del territorio collinare e montano irpino era abbandonano, mentre prima nei vari pianori veniva coltivato anche il grano e l’orzo. Da Presidente della C.M del Partenio, 1982-1986, feci predisporre, da un noto Agronomo irpino, progetti per “tartufaie”, sull’esempio di quanto stavano facendo in Francia. Un ettaro coltivato a tartufi avrebbe decuplicato la redditività. Un Ha di terreno a tartufaie avrebbe reso come 10 Ha a colture tradizionali. In località Mafariello di San Martino V.C., ne creammo una, ma finita la mia Presidenza, tutto fu abbandonato.

Quando per ragioni politiche giravo per l’Irpinia, notai, nella zona di Caposele, Teora e Calabritto, oltre a un paesaggio mozzafiato, un ricchezza di acqua e una rete di fiumi, che alimentavano il fiume Sele e diventavano risorse per la Provincia di Salerno. Da Consigliere Provinciale, in sintonia con Maselli, valorizzando le energie tecniche dell’Ente Provincia, proposi la creazione di una centrale idroelettrica e di parchi fluviali. In Valle Caudina proposi di creare il Parco fluviale dell’Isclero. Coinvolsi anche l’Università Federico II di Napoli, mentre non riuscii a sensibilizzare i Consiglieri Regionali dell’Alta Irpinia. Comuni, Comunità Montane, la Provincia con De Simone Presidente, la Regione e gli scienziati politici si comportarono da “Pippe appilate”.

I parolai politici e sindacali rubavano le cariche e dopo era “ subito sera”. Eppure, eravamo andati in Cina,come Provincia per consegnare a una provincia dell’isola di Huan, un progetto per un parco fluviale, da realizzare in una zona dove c’era una città attraversata da un fiume. Quando capii che pugliesi stavano invadendo l’Irpinia con gli impianti fotovoltaici, chiesi a molti sindaci e alla Comunità Montana Alta Irpinia di creare società pubbliche-private per utilizzare una risorsa naturale come il vento, per creare energia e posti di lavoro. Gli irpini-dorsiani hanno dimostrato di non pensare mai di sa valorizzare le risorse naturali, mentre si sono dimostrati buoni marciatori, anche se adesso ritengono più comodo utilizzare i trattori che passeggiare.