Dalla prima lettera di Luca sulla generazione scellerata

La verità è una carezza di chi poi vuole l'anima

Avellino.  

Uno spesso non parla per stanchezza. Per l'inutilità del rito dell'opinione contro. Prevale l'idea, tutta personale, d'essere rompiscatole per vecchiaia o per partito preso, perché, a una certa età, ammettiamolo, è da orticaria la possibilità che altri possano pure avere ragione.

Partiamo da questo incistato: “...una generazione scellerata di amministratori miopi ed egoisti...” che è un capolavoro.

E' tratto, pari pari, dalla prima lettera ai Corinzi del vangelo secondo Luca (Cipriano ndr) che reca in sé un feroce ammonimento rivolto al sindaco: primo, non ridere.

Ora, sempre per idea personalissima, Gianluca Festa potrà non essere una cima di intelligenza politica ma, frequentando Umberto Del Basso De Caro, non può essere confuso per una educanda di primo pelo.

Però pensare di riaprire il dialogo dandogli dello stolto (in ore stultorum) è come voler cogliere fiori utilizzando una pala meccanica.

Dev'essere costata tanto quella lettera a Cipriano.

Sa di falso, contingentato: possibili politiche, regionali alle porte, il commissario del partito che deve pur fingere una qualche esistenza in vita. E' chiaro che a Cipriano quella lettera qualcuno l'ha chiesta. E lo spin doctor gli ha suggerito di spargere qua e là qualche goccia di curaro.

Al pistolotto sul momento grave e sulla responsabilità comune non crede più nessuno: con Festa il confronto è di potere per il potere. Punto. Nient'altro può e potrà mai legare i due: neanche un caffé al bar.

E la prova è quella frase “...una generazione scellerata di amministratori miopi ed ogoisti...”.

Sì, è vero: Avellino è stata in mano ai barbari per decenni. Dal caos architettonico seguito al terremoto, al saccheggio di ogni collina libera, all'assenza di una strategia che non sia stata fare soldi (ricchezze personali) e aumento del consenso. Il pre dissesto che limiterà gli asili nido in città è figlio di una generazione non di miopi o di egoisti, ma di ladri, mariuoli di futuro.

Era la quinta di ogni comizio di Luca Cipriano ed ha rappresentato il suo sponsor per la candidatura con il Pd.

E' la stessa generazione che ha creato un buco da 136 milioni di euro all'Alto Calore e che adesso elemosina altri fondi pubblici per tirare a campare, mentre per intere settimane a 40 gradi intere zone dell'arianese sono state lasciate senz'acqua.

Non sono miopi. Scrutano tutto, attenti, famelici ai loro posti, a difendere i loro incarichi. Dopo pochi minuti dal suicidio politico di Salvini già si accapigliavano per le candidature: tu in Alta Irpinia, io qui...

Egoisti? Macché. Sereni grazie a pensioni da seimila euro al mese sono tutti concentrati a fare spazio a figli, nipoti e amanti.

Un consiglio gratuito a Cipriano: lasci perdere la città, non c'è più niente, i suoi amici della generazione scellerata si sono mangiati tutto.