Se il Pd non è un bus e il Movimento non è un treno...

Fu così che ai mezzi pubblici tradizionali si preferì il Carroccio

Orlando e Sibilia avvertono i "passeggeri" dei partiti di governo, ma le defezioni aumentano

Avellino.  

È stata una settimana piuttosto calda sul fronte dei mezzi di trasporto in Irpinia. Non quelli veri, di lamiere e motore, ma quelli metaforici della politica che sovente sbandano e non sai mai esattamente dove stanno andando. È il caso di Pd e Cinque Stelle che in queste ore fanno i conti con defezioni, scissioni, c'è chi cambia posto ma resta a bordo, chi sta con un piede sulla porta e chi vorrebbe entrare ma non è sicuro.

Prima è arrivato il vice segretario nazionale del Pd, Andrea Orlando, che nell'aprire il tesseramento dei dem ha detto: “Il pd non è un autobus sul quale salire e scendere a seconda delle ambizioni personali”. Nelle ore successive ci siamo tutti domandati: “Ma Orlando, precisamente, con chi ce l'aveva?”. Il fatto è che il “nomadismo e il trasformismo” a cui faceva riferimento l'ex ministro sono malattie molto diffuse, un virus della politica, non solo nel Pd. E così ognuno ha letto in quelle parole quello che voleva leggere.

Livio Petitto di “Ora Avellino” è sicuro che Orlando si riferisse a Luca Cipriano “l' esponente di un movimento civico che aveva ripudiato il Pd qualche mese prima di essere candidato dal Pd”. Cipriano a sua volta è convinto che Orlando si riferisse "ad altri", e sulla sua possibile adesione al Pd è vago, sibillino: “A tempo debito saprete”. 

Insomma, come la metti metti, non sbagli. E forse ha ragione Gianluca Festa quando dice che Orlando “avrà certamente pronunciato quelle stesse frasi in tante altre parti d’Italia. Espressioni di circostanza – le definisce - Quelle che si usano quando non si conoscono a fondo le dinamiche locali” ha commentato il sindaco del Pd che non è stato eletto con il Pd.

A Via Tagliamento intanto si era temuto che con l'avvento di Italia Viva, dopo Alaia e Iannace e i sindaci di Montella e Montemarano, si registrassero altre uscite ma così non è stato, almeno fino ad ora. Il Partito di Renzi ha fatto sapere che sarà della partita con proprie liste, dentro l'alveo del centrosinistra, con De Luca.

In attesa di sapere chi altro salterà o scenderà dall'autobus dei Dem in vista delle elezioni regionali del 2020, registriamo che il treno delle Cinque Stelle sta clamorosamente perdendo passeggeri.

Il 4 marzo del 2018 su quel treno sono saliti davvero in tanti, e dall'Irpinia sono partiti ben cinque parlamentari verso Roma, un record che nemmeno ai tempi d'oro della Dc.

Adesso che il senatore Ugo Grassi, “il più preparato della squadra” ha annunciato di voler lasciare il Movimento, il sottosegretario irpino Carlo Sibilia chiarisce: “Noi non siamo un treno per arrivare ad ottenere risultati per se stessi”. E poi avverte: «Ci sono delle penali di circa 100mila euro per chi lascia il movimento. Questo vale per tutti». Come a dire: ai prossimi che vorranno scendere, ricordatevi che non sarà indolore.

Grassi non ha ancora ufficializzato il suo passaggio, ma sembra sia in procinto di salire su un mezzo di trasporto più primitivo, il Carroccio. Trattasi di veicolo in uso presso quasi tutte le efficientissime città dell'Italia settentrionale, molto ricercato di questi tempi anche al sud dove treni e autobus tendono ad accumulare guasti e ritardi con grave patimento della popolazione tutta.