Grassi vota con la Lega sul Mes: "Sono stato inascoltato"

Il senatore irpino esce dal senato scortato dal leghista Calderoli

"Sono mesi che sto mandando segnali di disagio. Quello che ho detto in pubblico per un anno e mezzo, l'ho detto anche all'interno del Movimento. Ma tutti i segnali che ho inviato non hanno avuto alcun riscontro" ha riferito all'Agi

Avellino.  

"Sono mesi che sto mandando segnali di disagio. Credo di avere avuto un percorso trasparente. Quello che ho detto in pubblico per un anno e mezzo, l'ho detto anche all'interno del Movimento. Ma tutti i segnali che ho inviato non hanno avuto alcun riscontro” Così il senatore irpino del Movimento Cinque Stelle Ugo Grassi che ieri ha votato con il centrodestra contro la risoluzione del Mes della maggioranza, uscendo poi dall'aula del Senato scortato dal leghista Roberto Calderoli.

“Sono stato completamente inascoltato". È la principale accusa che il senatore rivolge al Movimento Cinque Stelle. "La posizione che ho preso mi sembra sia abbastanza chiara rispetto alle scelte del governo", - riferisce Grassi all'Agi al termine della seduta in Transatlantico - "Il Parlamento avrebbe dovuto svolgere un ruolo ben diverso: dovevamo intervenire durante la trattativa. Il mio voto e' stato contrario perché contesto la procedura".

E ancora. “Luigi Di Maio parla di 'mercato delle vacche? "Lui preferisce usare toni che non utilizzo. Lui parla di poltrone: per me il parlamentare è una persona che ha il compito di rappresentare le persone. Mi aspettavo ben altro. Mi aspettavo che il Parlamento svolgesse un ruolo concreto. Ha un ruolo importante che è stato mortificato"”.

Poi torna sul tema della prescrizione. “E' normale che venga da chiedersi: 'Che mi avete chiamato a fare?' Di me e di tanti come me vi siete dimenticati … - prosegue Grassi - "Io ho chiesto solo di essere ascoltato. Lo sanno benissimo che non è una questione di ruoli. Tutto ciò che potevo fornire come tecnico e politico è stato inascoltato", ha continuato il parlamentare irpino motivando così il suo voto contrario in aula. Grassi accusa il capo politico Luigi Di Maio di non aver saputo dialogare con i suoi pur essendo venuto più volte a parlare con il gruppo al Senato.

“"In realtà, non è un vero dialogo" quello che propone Di Maio” - risponde Grassi all'Agi - "Molti si lamentano poi però ci vuole la determinazione per assumere decisioni forti".

Si estende dunque l'area di disagio dentro il Movimento. Con il suo voto contrario (anche in mattinata Grassi e gli altri due senatori in dissenso Francesco Urraro e Stefano Lucidi, avevano già fatto mancare il loro sostegno al governo, non votando la fiducia al decreto terremoto) il senatore irpino mette un piede fuori e la scorta di Calderoli fa pensare che a breve possa ufficializzare definitivamente la sua uscita dal Movimento per approdare nel partito di Salvini.